Omicidio Liliana Resinovich, sulla frattura della vertebra c'è una svolta clamorosa: per il gip preparatore anatomico non c'entra nulla, ma era già presente
OMICIDIO LILIANA RESINOVICH, LA FRATTURA ERA GIÀ PRESENTE
La frattura della vertebra T2 di Liliana Resinovich non è stata causata da una manovra del preparatore anatomico, ma era già presente. La svolta nelle indagini arriva dalla gip Flavia Mangiante, che ha accolto le richieste del pm Ilaria Iozzi e fissato all’8 luglio l’udienza per l’incidente probatorio riguardo gli approfondimenti genetici, merceologici e dattiloscipici in relazione ad alcuni reperti, come gli abiti sequestrati a casa del marito della donna scomparsa a Trieste nel dicembre 2021 e trovata morta un mese dopo.
Nel mirino anche coltelli, suole delle scarpe, sacchi, braccialetti e cordino delle chiavi, ma sono previsti anche esami sulle formazioni pilifere riscontrate sul corpo e sui vestiti di Lilly. Nella prossima udienza, stando a quanto riportato da Il Piccolo, l’incarico verrà conferito a tre esperti, Eva Sacchi, Chiara Turchi e Paolo Fattorini.

La gip ha, invece, respinto una richiesta della difesa di Sebastiano Visintin, unico indagato per l’omicidio Liliana Resinovich. Si tratta della perizia che doveva fare chiarezza sulle differenze emerse tra le due consulenze, la prima di Fulvio Costantinides e Fabio Cavalli, la seconda firmata da Cristina Cattaneo.
PER IL GIP NON SERVE UNA NUOVA PERIZIA
Una decisione che si lega alla novità più importante, cioè le cause della frattura della vertebra T2 di Lilly, perché la gip nell’ordinanza ha fatto fede direttamente alla consulenza Cattaneo, non a quella precedente, ribadendo che la lesione alla vertebra era già emersa nella TAC dell’8 gennaio 2022, mentre il preparatore anatomico Giacomo Molinari è intervenuto successivamente, l’11 gennaio, quindi si può escludere che sia stato lui a causare la frattura di quella vertebra.
Laconico, ma incisivo il commento della difesa di Sebastiano Visintin: “Clamoroso“, la reazione riportata da Il Piccolo. Proprio il quotidiano all’inizio del mese di maggio aveva pubblicato le dichiarazioni di Molinari, il quale si era presentato agli inquirenti aprendo alla possibilità che avesse causato lui quella frattura che, comunque, non è un elemento decisivo per confermare o smentire che Liliana Resinovich sia stata vittima di un omicidio con soffocazione esterna, stando a quanto riportato dal team Cattaneo nella consulenza.
