Svolta choc sul caso Open Arms-Salvini, i pm di Palermo fanno ricorso in Cassazione saltando l'Appello: la mossa spericolata che "guarda" alle Elezioni 2027
NUOVO AFFONDO DEI GIUDICI CONTRO IL VICEPREMIER SALVINI: IL RICORSO DIRETTAMENTE IN CASSAZIONE SUL CASO OPEN ARMS
«Difendere l’Italia e i suoi confini non è un reato»: risponde così il vicepremier e Ministro dei Trasporti Matteo Salvini appena pochi minuti dopo la notizia, che ha del clamoroso, del ricorso presentato dai pm di Palermo sul caso Open Arms. In sostanza, l’accusa che contesta al leader della Lega il reato di sequestro di persona (e rifiuto di atti d’ufficio) torna alla carica dopo l’assoluzione avvenuta lo scorso dicembre nell’aula bunker di Palermo: i magistrati hanno depositato il ricorso direttamente in Corte di Cassazione, ovvero il terzo grado di giudizio in Italia, evitando completamente il (tradizionale) ricorso in Appello.
In sostanza i pm palermitani ritengono di dover intervenire non nel merito della vicenda, per cui Salvini è già stato assolto da ogni accusa in primo grado, ma sotto il profilo del “diritto”: nel gergo giuridico sia chiama “ricorso per saltum” e non serve molto per capirlo. Si salta il secondo grado di giudizio perché si ritiene che quanto avvenuto nel primo processo in Corte d’Assise sia stato condotto male e/o con rilievi da rifare: lo strumento (perfettamente legale, sebbene anomalo) punta a bypassare l’Appello proprio perché viene ritenuto il Tribunale di Palermo fallace nell’aver condotto la prima sentenza in Assise.

«Interpretazione errata delle leggi», attaccano i pm nell’atto di ricorso presentato in Cassazione sul caso Open Arms-Salvini, e addirittura sottolineando come i magistrati giudicanti a dicembre 2024 sarebbero in corsi nello stesso «errore di prospettiva nel simile caso della nave Diciotti» (per cui già il vicepremier era stato assolto, ndr). La Procura ritiene che l’Italia avrebbe dovuto dare porto sicuro alla nave Open Arms nell’ormai lontano agosto 2019 per poter far sbarcare oltre cento migranti salvati nel Mediterraneo giorni prima (e dopo aver “saltato” i porti disponibili di Malta e Cipro).
Appellandosi ad una precedente sentenza della Cassazione, i giudici di Palermo ritengono che i magistrati giudicanti avrebbero sbagliato ad assolvere Salvini sul fronte di legittimità giudiziaria, «sentenza viziata per l’inosservanza di quella serie di norme integratrici», tra cui il fatto che l’allora Ministro degli Interni Salvini (nel promo Governo Conte con Lega e M5s) avrebbe dovuto soccorrere i migranti, e per questo il Tribunale avrebbe dovuto tener conto della libertà personale e delle Convenzioni sottoscritte dall’Italia «nell’applicazione della legge penale».
Difendere l’Italia e i suoi confini non è un reato. pic.twitter.com/ImtzIxpZdy
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) July 18, 2025
COSA SUCCEDE E PERCHÈ I PM DI PALERMO HANNO BYPASSATO IL GIUDIZIO IN APPELLO
Oltre al commento diretto di Salvini («non ho commesso alcun reato, ma ho difeso i confini italiani») è intervenuto dopo la mossa choc della Procura di Palermo anche l’attuale Ministro degli Interni, Matteo Piantedosi: parlando a margine dell’evento “Parlate di mafia”, il titolare del Viminale dice di essere moralmente imputabile anche lui se viene riconosciuto colpevole il collega Ministro Salvini, «se lo ritengono responsabile per quello che fece con Open Arms allora mi ritengo moralmente imputabile anche io».
Capire ora cosa succede è ancora presto, ma sicuramente si dovrà procedere ad un iter più velocizzato in quanto avviene l’anomalo salto del grado di giudizio: la Corte di Cassazione dovrà valutare se le contestazioni dell’accusa sono da ritenersi valide, in quel caso si dovrebbe ripetere il processo di primo grado, riaprendo completamente la vicenda sul salvataggio dei migranti della Open Arms con inevitabile conseguenza mediatica e politica in vista delle prossime Elezioni Politiche del 2027. Se invece la Cassazione dovesse confermare l’assoluzione a quel punto il processo sarebbero concluso definitivamente con Matteo Salvini innocente completamente in quanto il fatto non sussiste.
L’opzione di in Salvini non candidabile è sempre stata fin dall’inizio una “tentazione” che per parte del Centrosinistra è divenuta una “speranza” col procedere delle udienze nel processo al leader della Lega: con l’assoluzione di dicembre 2024 si è invece “scoperto” che il fatto non sussisteva e che il Paese Italia non è obbligata a dare un porto sicuro, come hanno rilevato le motivazioni della sentenza di primo grado. Vedere però questo ultimo passo “spericolato” dei pm di Palermo sembra riunire “tentazioni” e “speranze” di parte della sinistra per un obiettivo molto concreto: rimettere dentro la gogna politica e mediatica un Ministro della Repubblica, a due anni scarsi dal voto-bivio tra Centrodestra e campo largo progressista.
