Qual è la verità sull'origine Covid? Se ne parla a Newsroom, mentre trapelano altri retroscena sulla teoria dell'incidente di laboratorio a Wuhan
L’ipotesi della fuga dal laboratorio di Wuhan del virus Sars-CoV-2 ora è ritenuta più plausibile, ma fino a qualche tempo fa associarla all’origine Covid era sufficiente per venire tacciati di complottismo. Dopo lo scoppio della pandemia, di cui si torna a parlare nella puntata di oggi di Newsroom su Rai 3 alle ore 21:25, l’ipotesi più accreditata è stata quella dell’origine naturale, ma le posizioni sono cambiate sensibilmente negli ultimi tempi, non solo negli Stati Uniti, con la CIA che ha aperto esplicitamente alla tesi dell’incidente di laboratorio, ma anche in Germania. Già una vecchia fonte dell’intelligence italiana era riuscita a scoprire, prima dei servizi segreti tedeschi, cos’è successo in Cina.
Le sue rivelazioni, finite sulle colonne del Foglio nelle scorse settimane, partono dalle prime indiscrezioni raccolte già a fine novembre 2019, quando una fonte dei servizi di intelligence russi lo avvertì che stava succedendo qualcosa di grave a Wuhan. Si parlava già di un virus ignoto e letale che si stava diffondendo rapidamente. Il mirino finì subito sul laboratorio di Wuhan, dove si conducevano studi e ricerche pericolose. Stando al racconto di questa fonte dell’intelligence italiana, la Cina era consapevole della possibilità che l’origine Covid fosse legata proprio al laboratorio di Wuhan.
ORIGINE COVID, COSA SAPEVANO GLI 007
Muovendosi in fretta prima che Pechino alzasse un muro per non far trapelare informazioni, contattò una vecchia fonte cinese, apprendendo che il coronavirus era frutto di un incidente di laboratorio, perché un ricercatore era entrato a contatto accidentalmente col Covid, diventando il paziente zero del focolaio che si scatenò a Wuhan. Tali informazioni furono confermate anche da una fonte dell’intelligence francese, che datò l’incidente tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre.
Da una fonte dell’intelligence britannica, invece, apprese che il virus fuoriuscito da Wuhan era destinato all’arsenale di armi biologiche della Cina, per questo era contagioso e letale. Conferme sull’origine Covid non naturale gli arrivarono alla fine di dicembre 2019 da un membro del servizio d’intelligence mediorientale. Dalle sue ricerche apprese che solo una fonte di alto rango dell’intelligence cinese aveva ipotizzato il coinvolgimento di alcuni scienziati americani nella manipolazione del virus.
Ma quando l’epidemia si trasformò in una pandemia e tutto il mondo iniziò a interrogarsi sull’origine Covid, ogni ipotesi che poneva il laboratorio di Wuhan nel mirino veniva eclissata, tanto che chi osava dubitare della teoria dell’origine naturale veniva tacciato di complottismo.
IL DOCUMENTARIO SUL COVID
La questione ispira anche la cinematografia, visto che Christian Frei, regista svizzero candidato all’Oscar, ha realizzato il film “Blame“, che apre Visions du Réel, il festival di documentari che si tiene ogni anno in Svizzera. Viene ricostruita la storia di tre scienziati – Linfa Wang, Zhengli Shi e Peter Daszak – ma partendo dall’epidemia Sars del 2003, arrivando poi alla pandemia Covid del 2020.
