Cosa c’è veramente dietro al suicidio di Orlando Merenda, il diciottenne che ha maturato la decisione di porre fine alla sua vita gettandosi sotto un treno tra Torino e Moncalieri il 20 giugno scorso? Un interrogativo al quale gli inquirenti che stanno indagando sull’accaduto proveranno a fornire una risposta, anche se ormai pare chiaro a tutti che il messaggio postato sui social poco prima della tragedia (“Il problema delle menti chiuse è che hanno la bocca aperta”) sia del tutto scollegato da quanto verificatosi successivamente.
Quella frase sarebbe stato uno sfogo per superare l’ennesimo scherno ricevuto da parte di qualcuno, forse sul web, che puntava il dito contro l’omosessualità: un atto riprovevole, certo, ma che risulta difficilmente collegabile al suicidio. L’elemento di novità, infatti, come raccontano i colleghi del quotidiano “La Stampa”, è rappresentato da una pista che sta seguendo la Procura: il ragazzo era finito, sin da quando era minorenne, a contatto con un giro legato alla prostituzione e si sta tentando di ricostruire con quali modalità e con quali tempistiche questo sia successo.
ORLANDO MERENDA: LA PROSTITUZIONE ALLA BASE DEL SUICIDIO?
Il pubblico ministero Alessandra Barbera, coadiuvata dalle forze dell’ordine, sta dunque dando seguito a questo filone di indagine per arrivare alla verità sul suicidio di Orlando Merenda, il quale potrebbe addirittura essere caduto in una trappola, in un ricatto senza vie di uscita. “La Stampa” evidenzia come questo aspetto sia emerso sempre più prepotentemente dalle testimonianze degli amici del giovane e dalle chat presenti sul suo smartphone, tra le mani degli investigatori per una scrupolosa analisi, ché non è certo questo il momento per lasciare qualcosa al caso.
Il padre di Orlando, sulle colonne del quotidiano sabaudo, ha commentato così la situazione: “Nelle ultime settimane mi aveva detto che aveva paura di un paio di persone, raccontandomi di essere stato minacciato, ma non aveva aggiunto altro, forse per timore. Gli avevo chiesto chi fossero e gli avevo proposto di incontrarli con lui, di avere un confronto, ma Orlando minimizzava. Diceva che non era il caso. Gli avevo anche chiesto se dovesse dei soldi a qualcuno, di dirmi quale fosse il problema. Non sembrava però allarmato e così gli avevo consigliato di concentrarsi sulle vacanze”. Avrebbe dovuto trascorrerle in Calabria con la mamma.