Ornella Vanoni tra ricordi di infanzia e stranezze, si racconta esordendo così: “nasco ricca e annoiata: stavo spesso nella mia stanza. Pensavo a quei fratelli e sorelle che crescono insieme e si tirano le cuscinate: forse è nata allora la mia malinconia”. Ma non è l’unico aneddoto che affida alle pagine del Corriere della Sera. Infatti, Ornella Vanoni parla anche di quanto amasse giocare a campana sul marciapiede sotto la sua casa, “ma i miei non volevano che giocassi con i figli della portinaia”.
Ornella Vanoni racconta anche dei suoi genitori, “due persone borghesi”, ricordando in particolare il padre “che ho amato molto, perché mi faceva tenerezza: c’era in lui qualcosa che non andava, poi ho capito che era depresso”. Lei stessa nella sua vita ha sfiorato l’abisso della depressione, pur senza aver “mai pensato al suicidio: ero come quelle donne spettinate dei quadri antichi, sempre a un passo dalla follia”. Depressione da cui è uscita “da sola”, e con il senno di poi confessa che “mi conosco bene perché ho sofferto tanto: è nel dolore che capisci, non nella felicità”.
Ornella Vanoni e l’amore: “ora sono felice se mio figlio è felice”
Ornella Vanoni parla anche del suo grandissimo amore, Giorgio Strehler. “Non cercavo marito, ma non sapevo bene cosa fare – confessa a Il Corriere della Sera – Avevo l’acne e la tisi. Poi è arrivato Giorgio”, incontrato per la prima volta “a 15 anni, a Santa Margherita Ligure. Lui era seduto al bar, era bellissimo: era l’amante di un’amica di mia mamma”. A distanza di anni ammette che “la verità è che mi ha cambiata Giorgio: si è innamorato di me, mi ha dato dei libri e parlato della vita”. Giorgio Strehler era un uomo sposato e lavorava a teatro, un dettaglio questo che “faceva disperare i miei: la borghesia ha sempre visto il teatro come qualcosa di peccaminoso”.
I suoi genitori osteggiarono anche il rapporto con Gino Paoli, come svela Ornella Vanoni al Corriere della Sera: “mi dissero anche che era gay. E a lui che ero lesbica”. A oggi, Ornella Vanoni si definisce “una donna sola, ma per scelta”. A tenerle conforto però c’è l’inteso rapporto con il figlio: “avevo 26 anni quando è nato Cristiano: abbiamo ricostruito un rapporto critico. Oggi sono felice se mio figlio è felice”, mentre in passato ha dovuto affrontare la difficoltà di spiegare a “un bambino che la mamma parte per lavoro e non va a divertirsi”. Il piccolo Cristiano, infatti, “pensava che preferissi un mondo rutilante a lui”. Sebbene a oggi non abbia ancora trovato l’uomo giusto, Ornella Vanoni ha le idee chiare: “tornando indietro lo cercherei con dei figli, così si fa un bel casino insieme”.