Il Pakistan rivendica l'abbattimento Rafale indiani, di cui 3 francesi: compromesso l’accordo Delhi-Parigi da 7,4 miliardi per l'acquisto di 26 jet
Il Pakistan ha rotto gli equilibri militari dell’Asia meridionale affermando di aver abbattuto cinque jet indiani – tra cui tre Rafale di fabbricazione francese – utilizzando i caccia J-10C forniti dalla Cina. Il ministro degli Esteri pakistano, Ishaq Dar, ha dichiarato che i missili PL-15E hanno colpito i bersagli con precisione assoluta; secondo la sua interpretazione, la crisi del Kashmir si sarebbe trasformata in un teatro di rivalità globale.
L’India – che solo pochi giorni prima aveva firmato un contratto da 7,4 miliardi di dollari per 26 Rafale Marine con la Francia – si trova oggi in una posizione scomoda con i i suoi gioielli tecnologici – orgoglio della modernizzazione militare – che sarebbero stati neutralizzati da velivoli cinesi, equipaggiati con radar svedesi e supportati da un’intelligence pakistana agguerrita.
Il confronto – avvenuto mercoledì lungo il confine conteso – non si configura solo come una scaramuccia tra vicini, ma come il simbolo di un cambiamento importante: i J-10C – armati con missili PL-15E a gittata ridotta (145 km) – avrebbero sfruttato i sistemi di allerta precoce ZDK-03 cinesi e Saab 2000 svedesi per individuare i Rafale prima che questi potessero attivare i propri missili Meteor – capaci di raggiungere i 200 km.
Una sinergia letale, che rievoca le tattiche usate dalla NATO nei Balcani, dove la superiorità informativa risultò decisiva nelle sorti dei combattimenti e in più – secondo analisti vicini al governo pakistano – Pechino starebbe mandando un messaggio inequivocabile a Parigi e Washington, volendo ribadire che la tecnologia cinese non è più un’opzione secondaria e l’avvertimento appare tutt’altro che casuale.
Pakistan, India e la guerra tecnologica: “Il Rafale non è invincibile” e la Cina rafforza la sua influenza
Ma com’è possibile che i J-10C – considerati caccia di “quarta generazione plus” – siano riusciti a sconfiggere i Rafale, punta di diamante della Dassault? La risposta – secondo fonti militari – risiederebbe nei dettagli operativi in quanto i piloti pakistani – addestrati con simulatori cinesi – avrebbero sfruttato la copertura fornita dai radar AEW&C per lanciare i PL-15E da distanza di sicurezza, sfruttando la bassa visibilità radar dei missili e l’India – pur potendo contare sui propri AWACS Phalcon – sembra aver sottovalutato la rapidità di reazione dell’avversario.
Il contratto franco-indiano per i Rafale Marine – siglato il 28 aprile – oggi appare come un investimento zoppo tanto che diversi osservatori a Nuova Delhi si chiedono se valga davvero la pena di spendere 288 milioni di dollari a velivolo per un aereo che potrebbe rivelarsi vulnerabile, soprattutto quando allo stesso prezzo è disponibile l’F-35C americano, più avanzato e – intanto – la Cina rafforza così il suo ruolo nel settore bellico globale: dopo i droni armati forniti al Medio Oriente, i J-10C in Pakistan dimostrano che Pechino è pronta a sfidare l’Occidente anche nei cieli e con risultati convincenti.
La Francia, dal canto suo, osserva con preoccupazione poiché il Rafaele – orgoglio dell’export militare parigino – rischia di perdere attrattività sui mercati se la sconfitta venisse confermata; Nuova Delhi – invece – non ha ancora rilasciato commenti ed è possibile che stia verificando i danni oppure che stia pianificando una risposta e – nel frattempo – il Kashmir continua a bruciare.
