MENO ‘GREEN’ E PIÙ A.I., COSA DICE IL NUOVO MESSAGGIO DI PAPA FRANCESCO AL FORUM DI DAVOS 2025
Passerà probabilmente in secondo piano nel giorno in cui sono intervenuti a Davos il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il leader argentino Javier Milei, ma il messaggio inviato da Papa Francesco al World Economic Forum 2025 coglie un aspetto che implicherà molto degli sviluppi economici, sociali e culturali dei prossimi decenni. Rispetto ai precedenti messaggi lanciati alla platea dei vertici dell’economia e finanza mondiali, Papa Francesco presenta meno richiami al tema di povertà e ambiente ma piuttosto un deciso monito sul fronte dell’intelligenza artificiale che ha ormai già invaso le nostre vite.
Prendendo spunto dal titolo del Forum di Davos (“Collaborazione per un’epoca intelligente”), il Santo Padre ritiene lo strumento dell’AI come un ambito non solo di cooperazione ma di effettiva valenza nel poter riunione i popoli in tutto il mondo: l’intelligenza artificiale è stata progettata da entità umane, per un pieno sviluppo tecnologico, ma ponendo fin dalle origini una serie di dubbi e interrogativi che non possono essere messi in secondo piano con l’evoluzione sempre più “fine” dell’AI su scala mondiale. Nel messaggio inviato dal Vaticano oggi 23 gennaio 2025, la platea di Davos viene invitata a ragionare al meglio sui risultati della creatività umana: «l’AI sceglie tra più possibilità, l’uomo decide», unica forma di vita veramente intelligente in senso pieno. Secondo Papa Francesco anche l’uso stesso del termine “intelligenza” non sarebbe del tutto appropriato, dato che l’AI è nata come un prodotto dell’intelligenza umana, non è una forma artificiale in quanto tale: se dunque venisse usata davvero correttamente, si auspica il Capo della Chiesa Cattolica nella sua missiva a Davos, l’intelligenza artificiale può davvero aiutare (e non rispondere, ndr) alla vocazione e libertà delle persone, può aiutare a rendere più responsabile e realizzata una persona. Quello che non può fare è “scrivere” il destino dell’essere umano, non può risolvere i dubbi dell’umana sensibilità e non può soprattutto rappresentare un’alternativa all’uso dell’intelletto e della ragione dell’individuo.
PAPA FRANCESCO: “INTELLIGENZA RELAZIONALE, PIÙ CHE ARTIFICIALE”
È una distinzione non da poco quella che pone Papa Francesco nel suo messaggio da Davos dedicato all’AI: esattamente come le altre forme di tecnologia, l’intelligenza artificiale dovrebbe sempre essere ordinata a obiettivi pur sempre nobili ma non “sostituibili” alla decisione umana. Secondo la Chiesa, l’AI può realmente aiutare ad una giustizia maggiore, ad una fraternità estesa a livello globale, ad un ordine dei rapporti che possa realmente essere più umano. Come ha più volte richiamato in questi anni di “boom” dell’AI in tutto il mondo, la Chiesa mette in allarme da potenziali sviluppi tecnocratici e “scientisti” dello straordinario strumento dell’intelligenza artificiale: il mondo e i suoi problemi non possono essere “risolti” dall’AI, così come la dignità e fraternità umana non devono mai essere subordinati o peggio violati dall’efficenza.
In parole più semplici, lo sviluppo della tecnologia (come l’AI) non deve mai violare la dignità di una persona, o peggiorare le condizioni di vita di tutti o di una parte dell’umanità: «l’IA deve essere messa al servizio di uno sviluppo più sano, più umano, più sociale e più integrale», scrive ancora il Santo Padre nel suo messaggio a Davos. Serve prendersi cura dell’altro e degli altri, della casa comune (l’ambiente) e della società intorno a noi, ma ricordando di non subordinare mai l’anima alla tecnica: per questo motivo occorre ricordarsi che una vera intelligenza artificiale in realtà richiede di essere inserita una una sorta di “intelligenza relazionale”, assai più preziosa e necessaria per un vero sviluppo integrale della dignità umana. Serve vigilare sull’AI – da qui gli appelli a governi, enti e aziende – ma serve anche valutare l’impatto sociale del progresso, senza disprezzarlo ma senza nemmeno innalzarlo a nuovo “idolo”. In più passaggi il messaggio a Davos ha ricalcato la partecipazione di Papa Francesco al G7 in Italia, nella splendida cornice di Borgo Egnazia: è davanti ai big del mondo che il “rappresentante” di San Pietro ebbe modo di avvertire i rischi di un’intelligenza artificiale incontrollata, sottolineando invece come la vera realtà sia quella «delle singole domande sulla vita».