Cos'è e come funziona la cura PARP inibitori a cui si sottoporrà Bianca Balti: "Blocca un enzima e uccide le cellule cancerose". In arrivo nuova generazione
Bianca Balti porta avanti la sua battaglia contro il cancro ovarico che le è stato diagnosticato e si affida a una nuova terapia. Dopo aver girato il mondo per un mese a causa dei suoi impegni lavorativi, Bianca Balti sta per cominciare la cura con i Parp inibitori. Su Instagram ha spiegato che questa terapia interviene sull’enzima Parp, bloccandolo e causando la morte delle cellule tumorali.
Bianca Balti ha anche spiegato che questa terapia è efficace nei tumori con una mutazione genetica specifica, quella del gene BRCA, come nel suo caso. Quindi, si fermerà per almeno 3 settimane per restare sotto l’attento controllo dei medici, anche per capire come reagirà alla cura e per valutare eventuali modifiche ai dosaggi.
I Parp inibitori rappresentano una rivoluzione nel trattamento del cancro, perché sono una cura mirata che migliora i risultati, anche se può capitare che nel tempo si sviluppino fenomeni di resistenza e quindi cali l’efficacia. A tal proposito, ci sono diversi studi in corso per superare questo problema e individuare combinazioni con altri farmaci.
ARRIVANO I PARP INIBITORI DI NUOVA GENERAZIONE
Le alterazioni dei geni BRCA interferiscono con la capacità di riparazione del Dna delle cellule tumorali. Quindi, tale terapia porta all’annullamento dei meccanismi di riparazione del Dna nelle cellule tumorali, con la conseguente morte delle cellule malate. Ciò ha comportato progressi a livello di sopravvivenza, anche se esso dipende dal profilo molecolare del cancro e dal trattamento specifico.
D’altra parte, la professoressa Domenica Lorusso sul sito della Fondazione Veronesi ha segnalato che il calo del tasso di mortalità per cancro ovarico degli ultimi cinque anni è attribuibile verosimilmente proprio all’introduzione dei PARP inibitori e che, quindi, questi farmaci hanno cambiamento il paradigma delle cure di questo cancro.
Infatti, la ricerca sta lavorando a una versione innovativa, in grado di produrre effetti minimi nelle altre cellule. Ad esempio, diversamente dai PARP inibitori di prima generazione, questi avrebbero effetti minimi sui parametri ematologici. Inoltre, sarebbero in grado di ridurre il problema della resistenza, quindi potrebbero essere usati dopo quelli di vecchia generazione.
