La passata di pomodoro 100% italiano sta rischiando l’estinzione dal mercato e, per scongiurarla, è necessario addivenire quanto prima a un accordo sul prezzo. Questo è il monito che si leva dal “Tavolo agricolo del pomodoro da industria del Nord Italia”, rappresentato da tutte le organizzazioni dei produttori e dalle professionali agricole – Confagricoltura, Coldiretti e Cia – e riunitosi a Sant’Ilario d’Enza (Reggio Emilia).
Coldiretti, a tal proposito, ha asserito (come riportato da Adnkronos, ndr): “Senza accordo sul prezzo del pomodoro per pochi centesimi al chilo rischia tutta la produzione di salsa e passate made in Italy, proprio in un momento in cui con la guerra in Ucraina e l’esplosione dei costi delle materie prime e dell’energia l’Italia ha bisogno di mettere in campo tutte le sue risorse per garantire le produzioni alimentarie e le forniture di cibo alle famiglie italiane”. Il nostro Paese occupa i primi posti nelle graduatorie internazionali per ciò che concerne la produzione di polpe e trasformati e nel 2021 ha coltivato oltre 71mila ettari a pomodoro fra Nord e Sud del Paese, per un raccolto di oltre 6 miliardi di chili.
PASSATA DI POMODORO 100% MADE IN ITALY A RISCHIO ESTINZIONE?
Insomma, il rischio di assistere alla sparizione dal mercato della passata di pomodoro 100% made in Italy è assolutamente reale e a domandare di velocizzare la definizione dell’accordo per la campagna 2022, come riporta l’ANSA, sono i produttori, visto che il recente incontro dell’11 marzo tra agricoltori e industriali si è chiuso con una fumata nera e un secco “no” dei produttori alla proposta delle imprese di trasformazione, ferma sui 100 euro a tonnellata.
“C’è il serio rischio che i produttori abbandonino la coltivazione del pomodoro in una area da sempre vocata e strategica – ha sottolineato il Tavolo agricolo –. Alcuni stanno già optando per altre colture quali orzo, mais, girasole e soia. Troppe incertezze e tensioni stanno portando a un drastico calo delle superfici coltivate nell’intero bacino del Nord Italia tra Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e Piemonte”.