Pierina Paganelli, parla l'interlocutrice dell'intercettazione di Valeria Bartolucci e smentisce la tesi di un crollo psicologico. "Teme per la sua vita"
“Una proprietà di linguaggio consona al contenuto della telefonata, un eloquio non impastato, non sicuramente alterato da medicinali o altro. Una persona lucida e provata da tutto ciò che è successo in questi mesi, non mi è sembrata una costruzione delirante“. È quanto ha detto a Mattino 5 l’interlocutrice dell’intercettazione di Valeria Bartolucci in cui la moglie dell’indagato per l’omicidio di Pierina Paganelli, Louis Dassilva, attraverso una lunga telefonata del 16 febbraio scorso avrebbe fornito un resoconto choc sulla notte del delitto posizionandosi lei stessa sulla scena del crimine subito dopo il fatto.
La testimonianza della donna smentisce il ritratto di una presunta scarsa lucidità e di un crollo psicologico di Valeria Bartolucci sostenuto invece dall’avvocato Chiara Rinaldi e dalla criminologa Roberta Bruzzone che la assistono. Le due professioniste, all’indomani dell’emersione di questo contenuto audio clamoroso (oggetto di nuove sit in Procura a Rimini con protagonista anche Manuela Bianchi, nuora di Pierina Paganelli), hanno dichiarato in diretta nazionale che la loro assistita soffre di un severo decadimento che potrebbe spingerla ad atti di autolesionismo e, per questo, richiederebbe un ricovero in una struttura psichiatrica.
Pierina Paganelli, la testimonianza di chi ha raccolto le “rivelazioni” di Valeria Bartolucci sulla notte del delitto
Subito dopo la notizia della clamorosa intercettazione di Valeria Bartolucci, ci si è chiesti chi fosse l’interlocutore della telefonata di circa un’ora captata il 16 febbraio scorso e ora al vaglio degli inquirenti.
Si scopre adesso che dall’altra parte c’era una donna, contattata improvvisamente dalla moglie di Louis Dassilva appena 5 giorni dopo l’incidente probatorio sulla Cam3 che ha visto coinvolto il marito, e quello che dice tale interlocutrice sembra restituire un quadro che non si discosta affatto dalla Valeria Bartolucci a cui le cronache sono abituate da mesi. Perfettamente presente a se stessa, lucida e con una capacità comunicativa indiscutibile.
Ai microfoni di Mattino 5, l’interlocutrice ha precisato di aver conferito con una Valeria lucida e per nulla fuori fuoco, certamente provata per via della pressione dovuta alla situazione ma decisamente in linea con il suo essere solito. La donna ha detto di aver ricevuto la telefonata di Bartolucci all’improvviso e il contenuto avrebbe assunto contorni sempre più inquietanti, minuto dopo minuto.
Conferma quanto trapelato nelle scorse ore in merito all’oggetto della conversazione intercettata, cioè al fatto che Bartolucci, parlandole in terza persona di una sorta di “viaggio mentale” o “ipotetica ricostruzione” di quello che potrebbe essere accaduto, avrebbe affermato in sostanza di essersi trovata sulla scena del crimine subito dopo l’uccisione di Pierina Paganelli con “tre persone legate tra loro da un vincolo familiare“.
“Due persone avrebbero bussato alla sua porta mentre Louis stava dormendo, lo chiamavano insistentemente affinché si svegliasse, ma la signora Bartolucci non voleva che ciò accadesse perché stava riposando.
Queste persone erano visibilmente scosse, agitate, chiedevano appunto di Louis insistendo affinché andasse giù, ma al diniego allora è andata questa persona…“. Il racconto della testimone (non è chiaro se già ascoltata dagli investigatori sul punto) prosegue con Valeria che “si reca giù insieme alle due persone che avevano bussato, dove è stata poi ritrovata la signora Pierina Paganelli, e qui troverebbe un’altra persona (…).
Vede che le persone sono molto agitate, le riprende perché vede che hanno fatto qualcosa che non dovevano fare… La signora che è scesa (Bartolucci, ndr) dice che non vuole c’entrare nulla con tutto questo e quindi non tocca niente, non si muove all’interno, dà delle indicazioni su domanda come detersivi specifici e si parla anche di secchi e spugne…“.
Omicidio Pierina Paganelli, “Valeria Bartolucci teme per la sua incolumità”
Se supportate da riscontri oggettivi, le presunte rivelazioni di Valeria Bartolucci all’interlocutrice in questione potrebbero compromettere la sua posizione spostando l’asse dal profilo di persona informata sui fatti a quello di indagata (per favoreggiamento o, in estrema ipotesi, concorso in omicidio di Pierina Paganelli). Ma perché non avrebbe parlato subito con chi di dovere se questa sarebbe la sua verità sulla notte in cui Pierina Paganelli fu uccisa?
La domanda è la stessa che la testimone dice di averle rivolto nel corso della telefonata, un quesito fisiologico a cui sarebbe seguita una risposta a suo dire “spiazzante”: “Non avrebbe avvisato le autorità preposte perché non se l’è sentita in quel momento dato che c’era un profondo rapporto di sentimento nei confronti delle persone presenti, anche perché a sua volta temeva di essere invischiata in questa faccenda.
Mi ha detto ‘Ho paura per la mia vita e queste cose non le posso riferire finché io non sarò in un’aula di tribunale’. Mi ha sorpreso e forse è stato quello l’input che mi ha fatto un po’ desistere anche dall’andare subito dall’autorità… mi ha proprio risposto che aveva paura per la sua incolumità dato che comunque lo stesso Giuliano Saponi aveva avuto un incidente gravissimo, la signora Pierina Paganelli è stata uccisa. Non voleva essere l’ennesima vittima“.
Valeria Bartolucci, secondo la donna, “ha concretamente paura che le possa accadere qualcosa” e per questo avrebbe persino cambiato le sue abitudini quotidiane. “Non esce mai la sera da sola, se è costretta ad uscire si fa accompagnare da qualcuno“.
