L’eco del caso “famiglia nel bosco” è arrivato in Gran Bretagna. Pare un caso di resistenza all'oppressione “nera”, in realtà colpisce la sinistra
Ieri sera la Famiglia nel Bosco in Italia era alta, poco sotto l’Ucraina, sul sito del Guardian: testata britannica ovviamente attenta – occhiuta – verso un caso di cronaca che ha per protagonisti cittadini del Commonwealth, inglesi e australiani, in un Paese dell’Europa mediterranea. Ma il Guardian è anche giornale caro alle sinistre militanti internazionali, cioè oggi irriducibili anzitutto contro Donald Trump e i suoi alleati nel mondo, fra cui anche la premier italiana Giorgia Meloni.
È antitrumpiana in patria anche l’americana Cnn, che sta pure dando spazio – su notiziari e siti – alla vicenda di Nathan Trevallion, della moglie Catherine Birmingham e dei tre figli tolti dal rifugio familiare nei boschi abruzzesi. Per un decisione di un “court ruling” – dei magistrati – specificava correttamente il Guardian nel titolo. Ma la narrativa internazionale resta comunque inequivocabile: una famiglia anglosassone libertaria ed ecologista è stata colpita dall’autoritarismo brutale e retrogrado connaturato a un Paese governato dalla destra arrembante sul continente europeo, al di là della Manica e dell’Atlantico.
Dall’interno della bolla mediatica politicamente corretta non c’è dubbio che la Famiglia nel Bosco fosse destinata a recitare quella parte. Ma nella realtà le cose stanno andando diversamente, e molto: con visibile imbarazzo delle sinistre politiche e mediatiche. Queste hanno esitato a correre in soccorso di una famiglia che pure presentava marcati connotati rossoverdi. Ma la famiglia Trevillion–Birmingham non è stata traumaticamente smembrata dal governo “nero”: ci ha pensato un magistrato. E quel governo sta ora mobilitandosi per verificare se le maniere forti della magistratura fossero giustificate e inevitabili.
Ogni riferimento alla riforma della giustizia e al referendum in arrivo in Italia è ovviamente voluto (da chi scrive, in parte anche dalla corrispondenza del Guardian e verosimilmente anche dai player della vicenda). Ma tant’è stato, in attesa delle prossime puntate.
Osservare intanto la “resistenza” della Famiglia nel Bosco raccontata come una battaglia “di sinistra” sembra paradossale come ascoltare le accuse Trump – e ai suoi alleati – di autoritarismo nel tentativo di forzare la pace in Ucraina.
La prospettiva è non a caso indigestissima al Guardian: piuttosto che il cessate il fuoco di Trump – a Kiev dopo che a Gaza – sempre meglio la prosecuzione della guerra, anche se sempre più sanguinosa, pericolosa, costosa. Meglio continuare le guerre “democratiche” lasciate deflagrare e poi marcire – quando non incoraggiate – dall’America di Joe Biden.
Nel frattempo, anche l’Italia narrata da Londra resta inguaribilmente borbonica. E può darsi che in parte lo rimanga davvero: ma contro la Famiglia nel Bosco si è mossa quella nei Palazzi di giustizia. Difesi dalla sinistra.
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