Possibile svolta sul caso Becciu: processo d'appello verso slittamento? Il retroscena di Bisignani, il caos per le chat e la "pulizia" di Papa Leone XIV

IL RETROSCENA SUL PROCESSO D’APPELLO IN VATICANO PER BECCIU: TUTTO “CONGELATO”?

Formalmente il cardinale Angelo Becciu sta attenendo la convocazione delle prime udienze per il processo d’appello in Vaticano sulla ormai arcinota compravendita del Palazzo di Londra, fissate in maniera preliminare per il prossimo 22 settembre 2025. Secondo però il retroscena descritto da Luigi Bisignani su “il Tempo” le prossime settimane potrebbero vedere un ulteriore “congelamento” del caso Becciu che ha per anni visto al centro delle indagini le azioni e le spese della Segreteria di Stato della Santa Sede.



Secondo infatti le fonti riportate dal faccendiere molto esperto di trame e “segreti” nella Capitale, il processo potrebbe slittare per volontà di Papa Leone XIV che avrebbe in mente una generale riforma istituzionale dell’intera Giustizia vaticana. Dopo aver lamentato negli scorsi mesi un diritto di difesa mal garantito, oltre alle chat choc che lo vedrebbero come bersaglio infangato da un potenziale (tutto da dimostrare) complotto alle sue spalle, il cardinale Becciu con i propri avvocati difensivi si è scagliato contro il Promotore di Giustizia Alessandro Diddi che guida l’accusa nel processo in Vaticano.



Card. Angelo Becciu ai funerali di Papa Francesco (ANSA 2025, Alessandro Di Meo)

Prima di decidere di fare un passo indietro nella partecipazione al Conclave dopo la morte di Papa Francesco, Becciu era stato protagonista questa volta come vittima dello scandalo chat: «Se viene fuori che eravamo tutti d’accordo è la fine», è solo una delle intercettazioni al centro del processo ma “omesse” da Diddi in fase di presentazione delle prove. È per questo motivo che in primo luogo il Papa vorrebbe arrivare a fare “pulizia” dagli elementi opachi all’interno della Giustizia nella Santa Sede, in particolare dal gendarme collaboratore del Promotore che sarebbe stato il protagonista di quelle chat “omesse” al processo perché potenzialmente scagionanti Becciu.



INTANTO IN SARDEGNA PARTE IL PROCESSO PER IL FRATELLO DEL CARDINALE

Tra Gendarmeria e Tribunale del Vaticano, Papa Leone XIV avrebbe in mente un forte restyling operativo e a livello di cariche: secondo Bisignani però vi sarebbe in capo al Vaticano anche la necessitò di modificare i giudici presenti presso la Corte d’Appello e la Cassazione, dove non vi sono cardinali esperti di diritto penale o procedurale.

Insomma, far avviare ora il processo d’appello per Becciu rischierebbe di rimettere al centro lungaggini ed errori visti durante la prima lunga stesura della sentenza, emessa poi il 16 dicembre 2023 (condanna a 5 anni e 6 mesi per la compravendita del Palazzo di Sloane Avenue 60 di Londra, qui le motivazioni ufficiali): capire perché Diddi avrebbe omesso quelle potenziali prove è il punto d’origine per capire come eventualmente rivoluzionare la struttura della Giustizia, con Papa Prevost e il cardinale Parolin intenti a non fare sconti su una eventuale “mala efficienza”.

In questi giorni è invece cominciato in Sardegna il processo contro il vescovo di Ozieri e il fratello del cardinale Becciu: entrambi sono accusati (assieme ad altre 7 persone) di aver dirottato i fondi destinati alla diocesi sarda verso la cooperativa “Spes”, per l’appunto gestita da Antonino Becciu. Le accuse a vario titolo vanno dal riciclaggio al peculato, con anche favoreggiamento e false dichiarazioni: come parte offesa si è schierata la CEI, anche se le prime udienze con i testi in aula avverrà non prima del prossimo 17 settembre 2025.