È stata sentita oggi dai magistrati la prof arrestata a Castellammare lo scorso 14 di gennaio in seguito ai presunti abusi denunciati da uno degli studenti – tutti tra gli 11 e i 13 anni – che le erano stati affidati in quanto docente di sostegno e davanti ai giudici – con i quali pare di aver scelto di collaborare, assistita dall’avvocato Francesco Capiello – sembra aver negato ogni accusa mossa a suo carico: non solo, perché la prof arrestata a Castellammare avrebbe anche sottolineato di avere “la coscienza pulita”, negando di aver mai abusato dello studente e spiegando che le chat finite nel plico degli inquirenti sarebbero state decontestualizzate.
Partendo proprio dalla sua requisitoria, la prof arrestata a Castellammare ha spiegato ai magistrati che l’impianto accusatorio a suo carico sarebbe da ascrivere al fatto che il ragazzino che ha parlato degli abusi sessuali era stato sorpreso “a fumare in bagno” assieme ad un suo amico e – contestualmente – sospeso dalla scuola; così come chat e audio inseriti negli atti di indagine sono stati “estrapolate da un contesto più vasto” che ne spiegherebbe la natura e l’origine.
Cos’è successo alla prof arrestata a Castellammare: tutto il caso dall’inizio e il pestaggio di novembre
Insomma, nessuna delle accuse mosse contro la prof arrestata a Castellammare sarebbe – a suo dire – veritiera o suffragata da prove concrete e anche se in nessun caso ha parlato di vendetta o ritorsione, lì sembra parare il suo impianto difensivo; mentre per ora la partita resta ancora aperta e spetterà solamente agli stessi giudici che l’hanno sentita oggi – poco dopo aver sentito in audizione privata e protetta, alla presenza di alcuni psicologi anche i ragazzini che hanno mosso le accuse – definire se si potrà o meno procedere contro la donna.
Tornando indietro nel tempo, come ha spiegato la stessa prof arrestata a Castellammare tutto sarebbe nato dopo la sospensione per il fumo in bagno di alcuni degli studenti che la seguivano: oltre a parlare dei presunti abusi, i giovani hanno anche raccontato di alcune volte in cui li venivano riuniti in quella che la docente chiamava “saletta” per guardare assieme alcuni filmati pornografici sai recuperati in rete, che girati personalmente, offrendo anche consigli su come toccarsi o soddisfare i loro partner; tutto suggellato dalla promessa di ritorsioni – dalla bocciatura al carcere – nel caso in cui avessero parlato a qualcuno di quanto accadeva in quell’aula.
Nel frattempo, resta aperto anche il filone collaterale di indagine che vede la prof arrestata a Castellammare protagonista di una violenta aggressione da parte di alcuni genitori – parrebbe una 30ina – che lo scorso novembre l’hanno raggiunta a scuola per punirla per ragioni che non sono state ancora chiarite: dopo l’aggressione – ha raccontato la docente durante la requisitoria con i magistrati – “non sono più uscita di casa” dalla paura.