Renzo Arbore, l’intervista di qualche settimana fa a Domenica In e riproposta ne ‘Il meglio di…’. “Mi mancano gli amici di un tempo…”.
Renzo Arbore: “Mi definisco scapolo, ma non proprio convinto…”
La stagione di Domenica In volge al termine, ma non prima di proporre – oggi, 25 maggio 2025 – un ‘Meglio di..’ che passa in rassegna le interviste più coinvolgenti di questa splendida edizione. L’appuntamento speciale parte con Renzo Arbore; maestro della televisione italiana, della radio e della musica. Alla veneranda età di 87 anni non ha certo posto fine ai suoi impegni professionali, anzi; seppur lontano dal piccolo schermo, non smette mai di arricchire il bagaglio delle sue esperienze. “Se mi chiamano torno anche in tv; ho passato un periodo duro dove sono stato molto a casa, adesso sto meglio nei limiti del possibile, i miei anni sono tanti… Sono quasi vecchio quanto la radio!”.
Sempre ironico, brioso ed entusiasta; Renzo Arbore – nell’intervista riproposta oggi nello speciale di Domenica In – conferma la sua attitudine da mattatore raccontandosi al netto di battute e aneddoti divertenti. “Mi sono definito uno scapolo convinto? Scapolo sì, convinto non proprio…”. Dopo il piccolo accenno alla vita sentimentale, il musicista e primo disc jockey italiano ricorda i momenti più iconici della sua carriera; dalle grandi collaborazioni che durano ancora oggi – come con Gegè Telesforo – ai programmi che hanno fatto la storia della tv. “Da piccolissimo avevo già i miei gusti musicali, anche se papà voleva che facessi il dentista…”.
Renzo Arbore a Domenica In: “Quella volta in cui fui bandito dalla tv con Gianni Boncompagni…”
Quanti racconti da Renzo Arbore, tutto frutto di una vita vissuta senza porsi freni dal punto di vista professionale; tanti successi, ma anche qualche bocciatura importante. A tal proposito, il musicista ricorda bene quando un suo personaggio in un programma cult non fu particolarmente apprezzato da chi gestiva il tutto, al punto da essere letteralmente osteggiano per un possibile ritorno in tv. “…Il direttore generale telefonò al regista e disse: ‘Quei due di Firenze non fatemeli vedere più’…”. Io Gianni Boncompagni fummo banditi per 5 anni, lavoravo solo in radio”. Racconti che alimentano, inevitabilmente, tanta nostalgia: “Mi mancano tantissimo i grandi amici, di quel periodo mi mancano tanto le risate che ci facevamo insieme”.