Il fenomeno dei rider finisce al centro dell’attenzione della procura di Milano che intende accertarsi se vi sono state davvero violazioni delle norme sulla sicurezza sul lavoro e non solo. Al vaglio anche l’aspetto legato alla sicurezza pubblica sulle strade e i profili igienico-sanitari relativi ai contenitori che vengono utilizzati per le consegne. L’accento è posto sull’aspetto dello sfruttamento dei fattorini, il caporalato e la presunta presenza di clandestini. Tutto ciò, come spiega Agenpress, dopo la scoperta di tre lavoratori clandestini sprovvisti di regolari documenti, avvenuta durante alcuni controlli dello scorso agosto. Il mondo ora sotto monitoraggio, come spiega Le Iene, è caratterizzato da almeno 20mila lavoratori, fattorini in bicicletta che percepiscono in media uno stipendio mensile di 800 euro per un impegno a tempo pieno e in mancanza di sicurezze. E proprio di recente, come riferisce un’inchiesta condotta da Corriere, era emerso un “sottobosco” delle consegne a domicilio che vede rider soprattutto stranieri registrati alla piattaforma, cedere illegalmente il proprio account ad un altro straniero che, essendo sprovvisto di regolari documenti, non potrebbe lavorare in Italia. Se da una parte viene visto come un gesto solidale, questo subaffitto potrebbe rappresentare un vero e proprio sfruttamento. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
TROVATI FATTORINI CLANDESTINI
Dopo aver trovato ad agosto diversi rider “clandestini”, la Procura di Milano oggi ufficializza le indagini sul “fenomeno rider” provando a fare luce sull’aspetto di sfruttamento dei e tra i lavoratori fattorini giungendo fino al grave reato del capolarato. I giudici milanesi hanno aperto ufficiale inchiesta sui fattorini che consegnano cibo a domicilio nelle principali città d’Italia, provando a compiere quel lungo processo di indagini che scoperchino le usanze più nefaste sulle norme anti infortunistica, sulla sicurezza stradale ma anche appunto sulla possibile presenza di clandestini e di profondo sfruttamento verso alcune categorie di riders. Qualche settimana fa dopo un primo controllo su 30 rider sono stati trovati ben 3 fattorini senza permesso di soggiorno e con documenti falsi. L’indagine, nata anche dal monitoraggio degli incidenti stradali, è coordinata dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e dal pm Maura Ripamonti: il tutto, condotto dalla squadra specializzata di Polizia giudiziaria e dalla Polizia locale di Milano.
INDAGINI SUI RIDER A MILANO
Ad agosto i controlli ma nel giugno scorso sono cominciate le vere inchieste con reperimento di testimonianze, documentazione e casistiche che potranno essere utili, eventualmente, per formulare un’ipotesi di reato che al momento ancora non c’è nell’inchiesta della Procura. Violazioni del decreto legislativo in materia di sicurezza sul lavoro, caporalato, ma anche la stessa tutela dei rider che a breve dovrebbe divenire legge iscritta per volere del Ministero del Lavoro. Scopo principale delle indagini e dei lavori paralleli della politica sui decreti ad-hoc sui rider è quella di verificare la presunta «responsabilità di coloro che mandano a lavorare in strada i ciclofattorini in condizioni non idonee», sottolinea Repubblica su fonti della Procura. Si tratta di certo di un passo avanti in merito ad un fenomeno sempre più in crescita e che finora era stato oggetto di studio e analisi solo per quanto riguarda l’aspetto contrattuale di assunzione e stipendi dei fattorini presso le varie case di food delivery.