Riforma pensioni 2025, l’Ufficio parlamentare di bilancio ritiene opportuno adeguare i requisiti all’aspettativa di vita

RIFORMA PENSIONI 2025, LA POSIZIONE DELL’UPB

Stanno andando avanti i lavori della commissione parlamentare d’inchiesta sugli effetti economici e sociali derivanti dalla transizione demografica in corso, che si occupano anche di previdenza. Nella memora presentata dall’Ufficio parlamentare di bilancio, la Presidente Lilia Cavallari ricorda che la demografia inciderà sulla forza lavoro, che alla fine diventerà quantitativamente inferiore rispetto alla popolazione anziana e in pensione. Bisognerà, quindi, come ha già spiegato in altre occasioni il Presidente dell’Inps Gabriele Fava, cercare di aumentare la partecipazione al mercato del lavoro, in particolare riducendo il numero di inattivi, sperando in effetti immediati visto che già ora l’occupazione aumenta nelle fasce piuttosto avanzate d’età.



RIFORMA PENSIONI 2025, LA PROMESSA DEL GOVERNO

Secondo l’Upb, sarà importante anche mantenere il meccanismo di adeguamento dei requisiti pensionistici all’aspettativa di vita, in modo da ridurre la pressione sulla spesa pensionistica ed evitare anche che gli assegni siano di importo modesto. È noto, tuttavia, che il Governo intende intervenire per congelare l’aumento dei requisiti di tre mesi previsto a partire dal 2027, tramite un provvedimento che dovrà essere varato entro la fine di quest’anno. Resta da capire se questo congelamento sarà generalizzato o se riguarderà solamente alcune categorie, tra cui quanti si trovano in isopensione o hanno avuto accesso al prepensionamento e che rischiano di restare senza redditi per un arco temporale pari a tre mesi.



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