Nella Chiesa della stazione Roma Termini escrementi umani e urina nell'acquasantiera: il rettore Don Mimmo chiude, chiedendo l'aiuto di volontari

In un momento storico in cui anche l’Associazione internazionale degli esorcisti lancia l’allarme sull’aumento degli atti blasfemi all’interno delle Chiese, ciò che sta succedendo nella piccola cappelletta interna alla stazione Roma Termini sembra destare non poche preoccupazioni, tristemente testimoniate dalla decisione del rettore ecclesiastico – Don Domenico, noto da tutti come “Mimmo” – di chiudere i battenti della chiesetta di Roma Termini nei momenti in cui all’interno non è presente nessuno per sorvegliarla.



Partendo dal principio, il caso – presto diventato mediatico – è scattato quando sull’ingresso della Chiesa di Roma Termini è spuntato un cartello affisso dallo stesso Don Mimmo in cui si informano i fedeli (e, purtroppo, non solo) che a causa “del degrado” e dei comportanti “irrispettosi” di alcuni, oltre che degli “atti di blasfemia” registrati nell’ultimo periodo, il parroco è costretto a “chiudere l’accesso” qualora non sia possibile garantire la dovuta “sorveglianza”; chiedendo l’aiuto di volontari che si possano far carico della sorveglianza nella Chiesa di Roma Termini.



Caos nella Chiesa di Roma Termini: dopo gli escrementi e le feci umane, il parroco chiude i battenti

Un semplice cartello che ha attirato un’enorme attenzione, al punto che il rettore della Chiesa di Roma Termini è stato letteralmente assalito dalle telefonate dei cronisti: a vari quotidiani, il parroco ha spiegato che dal Covid a questa parte all’interno della chiesetta ferroviaria ha notato un aumento del vagabondaggio con numerosi clochard che erano soliti trovare riparo e riposarsi tra i banconi, in mezzo ai (comunque tanti) fedeli di passaggio in quel luogo di culto.

Il cartello affisso sulle porte della Chiesa di Roma Termini (Foto: Facebook)

Un problema che all’inizio aveva deciso di ignorare, ma che è progressivamente degenerato nel momento in cui il parroco di Roma Termini ha iniziato a trovare escrementi umani negli angoli meno in vista della chiesetta, talvolta anche vicino alle statue sacre; mentre il punto di rottura – racconta sempre Don Mimmo ai quotidiani che l’hanno intervistato – è stato quando ha trovato l’acquasantiera all’ingresso della Chiesa di Roma Termini piena di urina.



Un gesto – spiega il Don – che oltre a essere irrispettoso e blasfemo, può anche tradursi in un problema di igiene e che ha portato al cartello dal quale siamo partiti; ma in tutta questa storia – tutt’altro che bella – c’è anche un lieto fine, perché grazie al clamore mediatico suscitato dal cartello si sono già fatti avanti diversi volontari per “sorvegliare” e vigilare sulla cappelletta di Roma Termini, permettendo al parroco di riaprire i battenti nei consueti orari.