A La vita in diretta la drammatica vicenda di Paolo Pasqualini, 39enne ucciso da tre rottweiler in quel di Manziana: a breve al via il processo

A La Vita in Diretta, su Rai Uno, si parla della terribile morte di Paolo Pasqualini, ucciso a febbraio di un anno fa in quel di Manziana, in provincia di Roma, da tre rottweiler. Il ragazzo aveva 39 anni quando su appunto “intercettato” dai tre molossoidi che l’hanno attaccato, colpendolo alla gola e non lasciandogli scampo.



Ora a quasi due anni da quei tragici eventi, il padrone dei tre cani Patrizio Pintus (e Giovanna), sono stati rinviati a giudizio con le accuse di omicidio colposo. Quei cani, secondo chi indaga, erano stati addestrati proprio per attaccare, anche l’uomo, al punto che lo stesso Patrizio Pintus li avrebbe chiamati “tridente d’attacco”. Ieri il talk di Rai Uno è andato dalla sorella Priscilla e dalla mamma Simonetta, che sono esterrefatte per la lentezza della giustizia. Priscilla parla di “Un incubo che continua e persiste: ci si trova in un mondo dove il tuo caro viene ucciso 100 volte”.



La mamma aggiunge: “Vogliamo impegnarci per far si che non accade più ma non accettiamo l’idea che non ci sia più, abbiamo fatto esposti, mandato documentazioni ma non hanno preso in considerazione”. Così invece l’avvocato Minghelli, che sta seguendo il caso: “Il pubblico ministero attualmente è in maternità e la pratica sarà riaffidata entro la fine dell’anno, non è questa la risposta che una famiglia che ha perso un ragazzo giovanissimo si aspettava”.

ROTTWEILER UCCISEO PAOLO PASQUALINI: IL COMMENTO DI ROBERTA BRUZZONE

In ogni caso la prima udienza del processo si terrà fra poco più di un mese, il prossimo 12 novembre e a riguardo Roberta Bruzzone ha usato parole forti nel descrivere la vicenda: “L’omicidio colposo è ipotizzabile in casi meno gravi per quanto sta emergendo, se ipotizziamo che quest’uomo gestisse questi cani con una finalità aggressiva mirata per addestrarli a considerare essere umani come minacce”. Secondo la dottoressa questo aspetto “va approfondito, l’ipotesi di un omicidio colposo è solo un ‘panicello’, se lui ha allevato quelle armi non possiamo considerare solo a titolo di colpa, quei cani erano liberi di scorrazzare, parrebbe che non mangiavano da 48 ore e questo ha amplificato la loro aggressività”, una situazione che “difficilmente si concilia con una situazione colposa a mio modo di vedere”.



I tre rottweiler erano liberi di correre in un campo chiuso da una rete che però era tutt’altro che a tenuta stagna e infatti gli stessi trovarono un buco, uscirono e andarono ad attaccare il povero Paolo Pasqualini. Secondo la Procura di Civitavecchia, però, potrebbe esserci anche dell’altro, ovvero un allevamento abusivo, con cani allevati appunto per uccidere e nel contempo una sottovalutazione delle misure di sicurezza.

Rottweiler e l’uccisione di Paolo Pasqualini (Foto: La vita in Diretta)

ROTTWEILER UCCISEO PAOLO PASQUALINI: FORSE VI SAREBBE UN ALLEVAMENTO

Emergerebbe da alcune foto che sono state pubblicate da Patrizio Pintus sulla sua pagina Facebook, in cui si vedrebbero almeno 8 rottweiler, e nulla degli indizi emersi fa pensare che lo stesso proprietario avesse un rapporto affettivo con i molossoidi, come raccontato dallo stesso, spiegando che li faceva giocare con i suoi bimbi.

A confermare la tesi della estrema pericolosità, anche l’esame effettuato dalla veterinaria Chiara Servili, che ha potuto visitare Apollo, uno dei tre cani che hanno ucciso il povero Paolo Pasqualini, evidenziando tutti quegli atteggiamenti tipici di un cane aggressivo, leggasi la postura, ma anche lo sguardo fisso verso l’esaminatore, ma anche abbaio, ringhio e avvicinamento, senza dimenticarsi di una fase di attacco in cui è saltato verso la porta del box. Lo stesso atteggiamento è stato manifestato anche da Arion e Aria, gli altri due rottweiler del famoso tridente d’attacco di cui sopra. La dottoressa ha predisposto per loro un percorso di rieducazione ma non è da escludere, in casi estremi, anche l’abbattimento qualora non si riuscissero a recuperare i tre: vedremo quello che succederà.