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Home » Sanità, salute e benessere » SALUTE E POLITICA/ Quel “no” che il governo deve dire subito per non cadere nella trappola dell’OMS

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SALUTE E POLITICA/ Quel “no” che il governo deve dire subito per non cadere nella trappola dell’OMS

Mariano Bizzarri, Alberto Donzelli
Pubblicato 16 Luglio 2025
Macherine covid

In ospedale (Ansa)

Il Governo dovrebbe rigettare formalmente gli emendamenti alla RSI proposti dall'OMS e farlo in fretta. La vera emergenza è l'OMS stessa

Tra pochi giorni scade il termine ultimo per rigettare gli emendamenti (opting-out) o formulare riserve ai Regolamenti Sanitari Internazionali (RSI) modificati dall’OMS .

Questi nuovi RSI sono stati presentati ed approvati senza un’approfondita, discussione preliminare, considerato che sono stati presentati all’ultimo momento, in dispregio alla regola vincolante che aggiungere che il testo di ogni proposta di emendamento deve essere comunicato a tutti gli Stati parte dal direttore generale OMS, almeno quattro mesi prima dell’Assemblea in cui sarà in discussione.


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Non è un dettaglio, e non è casuale, data la rilevanza delle tematiche su cui vertono i RSI, che inseriscono alcuni “paletti” assolutamente inaccettabili.

Per esempio, la “emergenza pandemica” – che permette di giustificare l’adozione di misure eccezionali – viene definita con criteri vaghi e lasciata alla sola discrezione dei vertici OMS , senza che gli Stati nazionali possano interferire.


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Si noti che nel 2003 l’OMS aveva stabilito che una pandemia influenzale si verifica “quando si confronta un nuovo virus influenzale contro cui la popolazione umana non ha immunità, provocando diverse epidemie simultanee in tutto il mondo con un numero enorme di morti e malattie”, mentre nel 2009 ha modificato la definizione, eliminando “epidemie simultanee con un numero enorme di morti e malattie ”.

Il rischio è quindi che l’attuale definizione di pandemia potrebbe ben adattarsi a ogni influenza stagionale , e anche ad altri germi responsabili di sindromi influenzali, consentendo all’OMS la possibilità di interventi arbitrari e ingiustificati scientificamente.


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Vengono inoltre previste nuove strutture di coordinamento per l’implementazione e il finanziamento dell’OMS (con costi non precisati a carico degli Stati sottoscrittori) e inquietanti misure di controllo sull’informazione sanitaria che, con la scusa della “lotta alla disinformazione ”, finiscono per autorizzare vere e proprie disposizioni censorie.

Gli emendamenti ai RSI proposti dall’OMS contengono esplicite insidie alla sovranità nazionale, in particolare per quanti riguarda l’auspicato trasferimento del potere decisionale dagli Stati al direttore generale OMS. Quest’ultimo potrà indicare le terapie di riferimento, che sembrano già “preventivamente” doversi basare su vaccini o altri farmaci a mRNA .

Gli RSI prevedono inoltre la possibilità di stipulare accordi sanitari tra Stati senza obbligo poi di pubblicarli. In breve: un programma a rischio di dittatura sanitaria , con possibilità di estendersi alla produzione di cibo, al clima ecc. grazie al concetto di “One Health” , lo stesso cui si è richiamato – guarda caso – il neo-presidente della Consulta Sanitaria Italiana.

L’Italia si è già astenuta sul Trattato pandemico, ma quello che l’OMS vuole ora far rientrare dalla finestra non è meno importante, anche se avvolto dalla malizia dei “codicilli” cui “nessuno” sembra annettere importanza.

Eppure andrebbero discussi dallo stesso Parlamento, come suggerito recentemente dal magistrato Angelo Giorgianni che ha sottolineato i pericoli – anche costituzionali – di un’approvazione lasciata sotto silenzio.

Infatti, l’accoglimento di questi emendamenti avverrebbe per “silenzio assenso”, senza un dibattito e un voto del Parlamento italiano. Per il respingimento è indispensabile invece una comunicazione formale di rigetto all’OMS da parte del ministro della Salute , in accordo con il presidente del Consiglio.

Se un dibattito pubblico, anche in sede istituzionale, fosse stato aperto un anno fa, forse oggi ci sarebbe abbastanza consenso sulla formulazione di “motivare riserve” su parte degli emendamenti, concentrando il rigetto su quelli più pericolosi. Ciò però non è avvenuto, ea pochi giorni dalla scadenza l’unica possibilità praticabile è il rigetto degli emendamenti – come peraltro già fatto da altre nazioni – per non avallare una sostanziale abdicazione di democrazia e sovranità.

La rinuncia ai RSI non lascia vuoti normativi, restando vigenti gli attuali RSI. Al contempo, manderebbe un segnale forte di insoddisfazione nei riguardi dell’OMS e favorirebbe – finalmente – l’apertura di un vero dibattito su quanto è accaduto e su cosa fare in previsione di futura pandemia.

È scandaloso che a tutt’oggi, nonostante la mole di rivelazioni e di scandali denunciati da più parti, l’OMS ei ministri della salute europei non hanno avvertito l’esigenza di fare chiarezza su alcune domande fondamentali: dove è nato il Covid-19, visto che è arduo continuare a sostenere l’ ipotesi del pipistrello come vorrebbero gli amici della Cina e hanno appena fatto gli esperti SAGE dell’OMS?

Quanto è stato utile il vaccino a mRNA , e quali i suoi eventi avversi che continuano a non essere presi in considerazione? C’erano alternative, più efficaci e magari anche meno costose?

Inoltre, quanto è utile oggi insistere sui vaccini, a partire da quelli per i bambini e le donne in gravidanza, per le quali – parola di Pfizer – nessuna ampia e valida sperimentazione è stata condotta?

Abbiamo imparato a non fidarci delle versioni giornalistiche della scienza, in un’epoca in cui ci si dimentica curiosamente di leggere i “veri” articoli scientifici. Fintantoché l’OMS – oggi più che mai controllato da “filantropi” come Bill Gates e dalla Cina – non aprirà una franca revisione critica di questo capitolo, non potremo fidarci.

E penso che così dovrebbe fare il ministro della Salute, dicendo una parola chiara su questi temi. Il silenzio sarebbe un assenso inaccettabile.

 

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