In aula durante il processo d'appello, il fratello di Saman Abbas ha raccontato la notte della morte della 18enne puntando il dito contro lo zio Danish
Si è celebrato nella giornata di oggi il processo d’Appello – davanti alla Corte d’Assise bolognese – per la morte della 18enne pakistana Saman Abbas uccisa nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio del 2022 in quei di Novellara alla presenza di tutti e cinque gli imputati a partire dai genitori della ragazza – Shabbar Abbas e Nazia Shaheen già condannati all’ergastolo -, passando per lo zio – Danish Hasnain, condannato a 14 anni – e arrivando fino ai due cugini – Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq, entrambi assolti -: alle domande della corte ha risposto soprattutto il fratello di Saman Abbas, Ali Heider, che per la prima volta ha reso la sua testimonianza in un processo.
Fino a questo momento in fratello di Saman Abbas – ha spiegato lui stesso in aula – avrebbe faticato a parlare a causa delle enormi pressioni subite a casa dopo l’omicidio della 18enne ricordando che sia “mio papà” che “i miei parenti, mio zio, tutti” gli avrebbero intimato più volte di non parlare, sostenendo di aver provato una ferma “paura” sulla quale alla fine ha prevalso “la giustizia” portandolo a raccontare tutto quello che avrebbe con il tempo appreso su quella terribile notte.
Il fratello di Saman Abbas: “Quella notte uscì con i nostri genitori, zio Danish e i cugini”
Partendo proprio da una ricostruzione di quanto accaduto, il fratello di Saman Abbas ha raccontato che attorno a mezzanotte i genitori, lo zio e i cugini imputati avrebbero condotto la 18enne fuori casa, percorrendo assieme “lo stradello che portava alle serre”: proprio a quel punto “ho visto mio zio Danish afferrarla da dietro con il braccio” conducendola progressivamente fuori dal suo campo visivo; mentre rispondendo alla domanda se la madre fosse in grado di assistere alla scena, si è limitato a dire che “non mi ricordo”.
Soffermandosi sul tema dei rapporti all’interno dell’abitazione, il fratello di Saman Abbas ha raccontato che tutte le “decisioni importanti” venivano sempre prese esclusivamente dal padre e dagli “altri uomini della famiglia”, mentre la madre “non poteva parlare”; così come rispondendo a chi gli ha chiesto se la donna abbia mai alzato le mani contro di lui o contro la sorella, si è limitato ad un fermo e netto “no” sottolineando che “io e mia sorella abbiamo sempre avuto un bel rapporto con mamma“.
Dal conto suo, lo zio di Saman Abbas – Danish Hasnain – sentito in aula oggi ha raccontato che il 30 aprile venne svegliato improvvisamente dai cugini della 18enne che gli dissero che “c’era stato un casino” e lo condussero alle serre e solo a quel punto avrebbe visto “il corpo di Saman”, lasciandosi andare ad un pianto a dirotto poco prima di svenire: furono gli stessi cugini a consigliargli di addossarsi la colpa “lasciando fuori la donna della famiglia” e tutti assieme l’avrebbero sepolta lì dove – qualche mese più tardi – avrebbe aiutato gli inquirenti a trovarla.