Sciopero Rai, saltano i programmi/ Niente Storie Italiane: gli show a rischio

- Davide Giancristofaro Alberti

Niente Storie Italiane su Rai Uno, ma nemmeno Uno Mattina, Agorà e il Tg: a causa di uno sciopero è saltata tutta la programazione

nomine rai La sede Rai in viale Mazzini (LaPresse)

Inizia decisamente a singhiozzo la stagione autunnale dei programmi Rai a causa di uno sciopero che di fatto sta azzoppando la tv pubblica. Come molti di voi avranno potuto notare, stamane non sono andati in onda alcuni programmi classici delle prime tre reti, a cominciare ad esempio da UnoMattina, su Rai Uno, arrivando ad Agorà, su Raitre. In questi minuti sarebbe dovuta scattare l’edizione 2021-2022 di Storie Italiane, classico appuntamento di Rai Uno condotto da Eleonora Daniele, ma al momento vediamo in onda solo “il meglio di…”, con appuntamento a domani mattina. Saltate anche le edizione delle ore 7:30 del TgLis e quella delle ore 8:00 e di conseguenza si è deciso di coprire il buco con un lungo collegamento a Rainews 24 e una messa in onda di UnoMattina edizione passata (un altro meglio di).

Ovviamente le cose potrebbero non migliorare nel corso della giornata, visto che sono a rischio E’ sempre mezzogiorno e anche Oggi è un altro giorno, programma condotto da Serena Bortone in onda dalle ore 14:00 alle 16:00 circa su Rai Uno, che potrebbero saltare così come avvenuto per tutti gli altri programma in diretta. Il 13 settembre segna anche la prima de La Vita in Diretta con Alberto Matano di nuovo alla conduzione, e anche in questo caso la trasmissione del programma è a serio rischio, così come la partenza dei nuovi Fatti Vostri, che dopo anni salutano la conduzione di Magalli per lasciare spazio all’inedita coppia formata da Salvo Sottile e Anna Falchi

SCIOPERO IN RAI, SALTA LA PROGRAMMAZIONE: I MOTIVI DELL’AGITAZIONE

Si salvano, secondo Repubblica, invece la Clerici e Ore 14 di Milo Infante, anche se al momento non vi è certezza. Tutta colpa di uno sciopero che era stato annunciato lo scorso 18 agosto per via di una richiesta “di un ammodernamento della Produzione Radio e Tv – si legge su Repubblica – la riduzione degli appalti esterni a favore delle professionalità interne, garanzie per le sedi Regionali, in difficoltà, una concreta politica di riduzione di costi e sprechi”. La protesta era iniziata il 28 giugno e si era prorogata fino al 28 luglio, dopo di che, tre settimane dopo, è giunta l’ufficialità dell’agitazione.





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