Omicidio Serena Mollicone, via al nuovo processo d'appello bis, le nuove prove e testimonianze raccolte dall'accusa contro la famiglia Mottola
Omicidio Serena Mollicone, il programma Le Iene tornerà sul caso dopo l’avvio del nuovo processo in appello bis che potrebbe cambiare l’esito delle ultime sentenze che hanno sempre assolto i Mottola, emergono i nuovi elementi sui quali l’accusa procederà per cercare di riavviare l’indagine e confermare la responsabilità dell’ex Maresciallo dei Carabinieri di Arce Franco e di suo figlio Marco nel delitto della 18enne.
Secondo le prime anticipazioni, le prove sulle quali si baseranno le valutazioni saranno mostrate in una perizia che cercherà di stabilire le connessioni tra le tracce rinvenute sulla porta della caserma e una colluttazione avvenuta nel corso di una lite che probabilmente fu tra le cause del decesso della ragazza.
L’ipotesi più accreditata, ma mai confermata nei vari processi infatti, era quella di un urto violento che fece perdere i sensi a Serena, che venne poi legata ed imbavagliata dai membri della famiglia e poi trasportata nel boschetto dove poi fu rinvenuto il cadavere. A supporto della versione, ci sarebbero poi alcune testimonianze inedite sulla base delle quali potrebbe essere riscritta la verità.

Omicidio Serena Mollicone, via all’appello bis: i nuovi elementi dell’accusa contro i Mottola
Tra le novità che segneranno il processo d’appello bis per l’omicidio di Serena Mollicone, come anticipato, ci saranno nuovi elementi che potrebbero confermare gli indizi a carico della famiglia Mottola, da sempre imputata per il caso ma assolta in tutte le sentenze.
A giocare un ruolo fondamentale saranno, oltre alle perizie sulle tracce lasciate in caserma e in particolare sulla porta che portava agli alloggi dove si presume sia stata colpita la vittima, anche le testimonianze inedite di alcuni personaggi legati agli imputati.
Tra questi, anche l’ex carabiniere Gabriele Tersigni, collega con il quale il brigadiere Santino Tuzi si era confidato rivelando di aver visto serena entrare nella caserma ma non uscire. Tuzi avrebbe dovuto depositare la dichiarazione in Procura, tuttavia non riuscì a far mettere a verbale la sua versione che poteva cambiare radicalmente l’esito delle indagini, perché si suicidò.
Quelle parole che non vennero mai usate nel corso dell’iter giudiziario, grazie al nuovo interrogatorio potrebbero rientrare tra le prove chiave che proverebbero il coinvolgimento dei Mottola, l’ex maresciallo Franco, il figlio Marco e la moglie Annamaria nel delitto con occultamento di cadavere sostenuto dall’accusa.