Simona Izzo, icona della tv e del cinema italiano - come attrice e soprattutto regista - ha raccontato in passato del calvario della malattia.
Spesso si parla di talenti polivalenti, della capacità di destreggiarsi in diverse forme artistiche senza correre il rischio di risultare più o meno credibili; Simona Izzo, nel panorama italiano, è forse tra le dimostrazioni più eloquenti di tale merito. Figlia d’arte – il papà, Renato Izzo, è stato un maestro del doppiaggio – si è avvicinata da giovanissima al mondo dello spettacolo ma senza dimenticare l’importanza della gavetta. Le sue prime apparizioni risalgono al ruolo di annunciatrice per la Rai tra il finire degli anni settanta e i primi anni ottanta.
Presto, dopo le sue apparizioni televisive agli esordi, Simona Izzo è stata notata da registi di spicco arrivando così a mostrare le sue doti quasi innate sia al cinema che in tv. Attrice ma soprattutto regista; già nel 1986 realizza il suo primo progetto per il piccolo schermo, ‘Parole e baci’. L’esordio al cinema dietro la macchina da presa risale invece a quasi 10 anni dopo – precisamente nel ‘94 – con il film ‘Maniaci sentimentali’.
Simona Izzo e il toccante racconto sulla malattia: “Sono stata infelice per anni…”
Una carriera certamente brillante, felice; così come la sua vita privata da anni scandita dal matrimonio con il marito e collega Ricky Tognazzi. Proprio quest’ultimo è stato fondamentale in un preciso momento di vita di Simona Izzo alle prese con il calvario della malattia. Per anni non lo ha raccontato e per altrettanti è stata attanagliata da una patologia che ha pregiudicato la sua quotidianità: depressione bipolare.
“Ho passato metà della mia vita a letto, mi ha salvato mio marito Ricky Tognazzi”, raccontava Simona Izzo in un’intervista del passato al Corriere della Sera. L’amore è stato salvifico per l’attrice e regista: “…Ho sofferto tanto, sono stata infelice per anni. Per fortuna ho incontrato Ricky”. L’attore, come raccontato da Simona Izzo, è stato più di un marito; un compagno di vita che l’ha appunto supportata e – come da lei sottolineato – sopportata in una fase di vita oltremodo difficile.