Simona Ventura è stata in collegamento stamane con il programma di Rai Uno, Uno Weekend, e nell’occasione ha parlato con Anna Falchi e Beppe Convertini, i due padroni di casa, della sua nuova avventura da regista di un Docufilm dedicato alla costruzione dell’ospedale in Fiera a Bergamo, che parteciperà (non in gara) alla mostra del cinema di Venezia: “Mi definivo una volta Super Simo adesso un po’ meno, sono una Super Simo stagionata”, ha esordito il volto noto della televisione, parlando in diretta tv.
Quindi dagli studi la incalzano chiedendo se sia meglio fare la regista o la conduttrice e lei ha replicato: “Mi piace variare esperienza, è capitata questa occasione, siamo molto felici di essere a Venezia, partirò lunedì. Le immagini di Bergamo rimarranno indelebili nella nostra memoria, proprio in quel momento quando i carri portavano fuori da Bergamo centinata di morti, a 300 metri in linea d’aria nasceva su istituzione del capitano degli alpini ma non solo, l’ospedale degli alpini”. La storia dell’ospedale ha commosso Simona Ventura: “Ha visto tante persone unirsi, mi è piaciuta molto questa unione, sono partiti gli alpini, sono arrivati gli artigiani e poi i tifosi dell’Atalanta, tre “A”. In 7 giorni hanno costruito questo ospedale in tempo record che ha salvato tante vite. A me questa cosa ha fatto piacere perchè in Italia non riusciamo mai a fare sistema e invece questo sistema ha salvato tantissime persone e mi è piaciuto raccontarlo nel docu film”.
SIMONA VENTURA: “L’OSPEDALE DI BERGAMO UN LAVORO CORALE MOLTO BELLO”
Simona Ventura ha poi proseguito: “E’ stato un lavoro corale molto bello e abbiamo avuto questo premio che ci commuove di presentarlo come evento speciale a Venezia 78. Cosa mi lega alla città di Bergamo? Adesso gli alpini, sarà circondata da 300 alpini e questo è molto bello. E’ la mia regione, Bergamo, Brescia…”.
Simona Ventura ha poi concluso: “Ho avuto sempre un grande impatto nella gente e mi è piaciuto moltissimo poter raccontare questo miracolo perchè ho potuto, ancora dopo mesi, testare la grande emozione di queste persone e il grande orgoglio di questa città, per molti è una sorpresa ma non per gli stessi bergamaschi, popolo abituato a lavorare e a buttare il cuore oltre all’ostacolo. Usciremo da questa pandemia – chiosa – impareremo a conviverci, ce ne libereremo piano piano e rimarrà nei libri di storia”.