Tornano le giornate di sensibilizzazione sulla Sindrome del bambino scosso: nel 25% dei casi è fatale e si può facilmente evitare. Ecco come
Si stanno per ripetere le giornate nazionali di prevenzione e sensibilizzazione sullo spesso ignorato tema della Sindrome del bambino scosso che se dal lato del neonato può rivelarsi letale o avere effetti a lunghissimi termine, dal lato dei genitori – o di chi si prende cura dei piccoli – è facilmente evitabile regolando il proprio comportamento ed evitando di adottare comportamenti scorretti: proprio al fine di far capire quanto sia facilmente evitabile la Sindrome del bambino scosso, l’associazione Terre des Hommes – assieme a Simeup, Anpas, Fimp e alla Rete ospedaliera per la prevenzione del maltrattamento infantile – ha deciso di riproporre la campagna ‘Nonscuoterlo!‘ che tra il 5 e il 7 aprile raggiungerà 70 differenti città italiane.
Al di là della giornata di prevenzione – ma comunque funzionale al medesimo obbiettivo -, è importante ricordare che la Sindrome del bambino scosso è del tutto assimilabile ad una forma di maltrattamento infantile che si verifica quando un genitore – o il tutore, insegnante e quant’altro – in preda alla disperazione per un pianto ininterrotto scuote violentemente il bambino: complessivamente si stima – fermo restando che moltissimi casi non vengono segnalati o diagnosticati – che interessi circa 40 neonati su 100mila in tutto il mondo, tutti sotto i 2 anni di vita e in larga parte tra le 2 settimane e i 6 mesi dal concepimento.
Sindrome del bambino scosso: i sintomi, gli effetti a lungo termine e come fare per evitarla
Oltre ai numeri della Sindrome del bambino scosso che potrebbero far pensare che non si tratti di un problema così tanto diffuso, è altrettanto importante precisare che la mortalità – o il rischio coma, altrettanto mortale quando si tratta di bambini così tanto piccoli – è stimata attorno al 25/30% dei casi; mentre la restante casistica degli effetti a lungo termine ci parla di danni cerebrali permanenti, cecità, sordità, disturbi comportamentali di vario tipo e difficoltà nella coordinazione di braccia e gambe.
La sintomatologia della Sindrome del bambino scosso è piuttosto ampia e include i ritardi nello sviluppo fisico del neonato, rifiuto a parlare o vocalizzare, frequente ed inspiegabili convulsioni e irritabilità, ma anche pulsazioni nella fontanella anteriore, lividi inspiegabili, pupille di grandezze diverse ed eccessivo sviluppo della fronte; il tutto facilmente evitabile imparando a riconoscere i campanelli d’allarme dell’esaurimento in corso per genitori e tutori, evitando per qualche minuto contatti con il neonato per scongiurare reazioni (non necessariamente volontarie) violente e – soprattutto – chiedendo aiuto se fosse necessario.
