Sinisa Mihajlovic, chi era il compianto ex calciatore e allenatore: gli ultimi anni alle prese con il calvario della malattia. “Non piango per paura…”.
Non necessita di presentazioni, almeno per coloro che vivono il calcio come un culto pagano e che sono ascrivibili al novero degli eterni nostalgici; Sinisa Mihajlovic ha impresso la sua firma nella storia del calcio, o meglio, il suo sinistro delicato che da calcio da fermo o in movimento sapeva inventare l’impensabile. Grintoso in campo, irriducibile; così come nel privato quando si è trovato ad affrontare la partita più importante contro la malattia.

Sinisa Mihajlovic ha scoperto la malattia nel 2019, una leucemia che ha destato immediatamente l’apprensione di amici, colleghi e famiglia ma che lui ha scelto di affrontare mantenendo quel piglio del campione. “Vincerò, piango non per paura ma perché voglio trionfare in questa battaglia per la mia famiglia, per i miei amici e per quelli a cui voglio bene”. Un pensiero struggente del compianto ex calciatore e allenatore che fino all’ultimo si è dimostrato guerriero nella vita prima ancora che nel rettangolo di gioco.
Malattia Sinisa Mihajlovic, la toccante dedica della moglie Arianna Rapaccioni: “Quando non sarai più parte di me…”
Per anni ha lottato duramente, arrivando anche a netti miglioramenti e riprendendo la sua attività da allenatore che purtroppo aveva dovuto mettere da parte più volte per seguire le cure necessarie contro la malattia. Sinisa Mihajlovic, in quel tragico 16 dicembre del 2022, si è però dovuto arrendere alla leucemia. All’età di 53 anni ha lasciato un dolore incredibile nel cuore della sua famiglia numerosa, di coloro che si sono innamorati del calcio grazie alle sue giocate e del numero smisurato di amici e colleghi conosciuti negli anni.
“Quando non sarai più parte di me, ritaglierò dal tuo ricordo tante piccole stelle; allora il cielo sarà così bello che tutto il mondo si innamorerà”, una dedica che tocca il cuore e che porta la firma di Arianna Rapaccioni, moglie del compianto Sinisa Mihajlovic. Ennesima dimostrazione di come la sua memoria non sarà indelebile solo per gli sportivi ma soprattutto e prima di tutto per chi ha conosciuto le profondità della sua umanità, del suo amore, della sua anima. La sua lotta contro la malattia è un messaggio universale di resilienza che, a dispetto del triste destino, nessuno potrà cancellare.
