Sondaggi: 71% degli italiani teme l'impatto dei dazi USA sull'economia. 59% preferisce il dialogo, solo 30% chiede ritorsioni: Pd diviso, Lega prudente
I sondaggi mostrano un’Italia in stato d’allarme: il 70,8% degli italiani ritiene che i dazi annunciati da Donald Trump avranno un impatto “grave” sull’economia nazionale, mentre il 52,7% nutre il timore di ripercussioni personali sul potere d’acquisto.
I dati di Euromedia Research per Porta a Porta dipingono un quadro di apprensione largamente diffusa, con piccoli imprenditori e famiglie in prima linea sul campo: “Se i dazi colpiranno il nostro export, chiuderemo bottega” è la sensazione di paura generalizzata degli esportatori in USA.
Ma la preoccupazione non risparmia nessuno: dal settore agroalimentare (con 2,5 miliardi di export a rischio) alla moda, l’incertezza la fa da padrona.
Il confronto europeo, incluso nei sondaggi di Polling Europe, mostra un paradosso: Francia (78%) e Spagna (76%) spingono per ritorsioni, parallelamente, il popolo italiano opta per la cautela e la via diplomatica.
Solo il 30,5% richiede una risposta “dura” dall’UE, contro il 59,5% che punta al dialogo: un approccio pragmatico, dettato da numeri che pesano con 532 miliardi di export italiano verso gli USA nel 2024 e 333 miliardi di importazioni statunitensi in Europa: “Siamo come un camion carico di cristalli in una strada sterrata: ogni dosso può costare caro” è la sintesi cruda e drastica degli economisti.
Sondaggi e divisioni politiche: il nodo dei dazi spacca l’Italia
I sondaggi svelano uno scenario politico italiano piuttosto frammentato: gli di Azione (78%) e M5S (60,3%) sostengono il negoziato, mentre il PD è spaccato: il 49,6% vorrebbe ritorsioni, il 43% trattative. Sorprende – invece – la Lega, con il 76% dei suoi sostenitori contrario a risposte aggressive, con soloFratelli d’Italia a distinguersi: il 56,7% non crede nell’UE, riflettendo una sfiducia ormai ampiamente diffusa.
I numeri, dunque, rappresentano un’ulteriore conferma che che gli i cittadini pretendano un maggiore pragmatismo, non crociate che non porterebbero a nulla di concreto. Intanto, il Governo naviga a vista: sostegno alle imprese esposte (18 miliardi di crediti agevolati) e pressione su Bruxelles per evitare escalation.
Ma il vero incubo è il carovita: con le tariffe su prodotti come carne bovina (+25%) e acciaio (+10%), le famiglie potrebbero veder salire la spesa di 300-500 euro l’anno; il timore è che, come nel 2008, la crisi commerciale si trasformi in recessione.
I sondaggi, quindi, lasciano pochi dubbi: il 41,8% degli italiani non crede nella capacità dell’UE di proteggerli, mentre il 38,3% spera ancora in un miracolo diplomatico, nel frattempo, Trump twitta, e l’Italia conta i giorni.