I sondaggi politici elettorali Tecné sulle intenzioni di voto e Euromedia sulla guerra in Ucraina: lo "stallo" tra FdI, Pd e Lega. Tajani pareggia Conte

POLITICA “IN STALLO” DAVANTI AGLI SCENARI INTERNAZIONALI: DISTACCHI INVARIATI NEI SONDAGGI POLITICI, FORZA ITALIA PAREGGIA IL M5S

Esattamente come i partiti e i leader in queste settimane stanno concentrando interventi e mosse quasi esclusivamente in risposta agli scenari internazionali in rapidissima evoluzione, è inevitabile che anche i sondaggi politici raccolti presso gli elettori non possano avere grandi sconvolgimenti specie sulla politica interna, in questo momento nettamente inserita secondo piano rispetto a dazi, guerre e piano di riarmo.



E così nelle ore in cui il Governo Meloni studia le contromisure da mettere in campo in risposta alla “guerra commerciale” iniziata questa notte con gli annunci di Trump, con un’opposizione che attacca il Centrodestra per non avere un piano già definito in risposta, le intenzioni di voto raccolte dai sondaggi politici di Tecnè dello scorso 31 marzo 2025 (per Mediaset) non mostrano un grosso squilibrio rispetto agli ultimi dati delle scorse settimane.



Resta un Pd che ancora non riesce a sfondare oltre quota 22,4%, ampiamente distaccata dalla rivale Presidente del Consiglio Meloni che con il FdI punta dritto al 30% stabile: questa settimana Forza Italia del vicepremier Tajani arriva a pareggiare il M5s di Conte a quota 11,5%, mentre continua la lenta ma costante risalita della Lega di Salvini all’8,3%, distanziando ulteriormente l’Alleanza Verdi-Sinistra che invece cade sotto il 6%. Chiudono i sondaggi politici Tecnè l’area liberale-centrista, con Azione di Calenda tornata al 3% dopo il Congresso (e con la nuova spinta “anti” campo largo), Renzi al 2,2% e PiùEuropa all’1,8%.



DAZI & UCRAINA, LE SFIDE PER IL GOVERNO MELONI (CON I SONDAGGI CHE BOCCIANO L’UE)

Come confermano i sondaggi politici non solo Tecnè ma tutti gli ultimi dati demoscopici in arrivo in queste settimane, l’accortezza e la tenuta della maggioranza davanti ai dossier molto complessi sulle guerre, i piani di difesa UE e gli sconvolgimento economico-commerciali dei dazi, sta pagando al momento sull’elettorato. Di contro, le divisioni e i diversi posizionamenti del Centrosinistra non fanno crescere troppo i vari componenti interni al “campo largo”.

In particolare è sull’enorme dossier della guerra in Ucraina che si scontrano i diversi partiti, anche all’interno delle medesime coalizioni: facendo ancora riferimento all’importante sondaggio di Euromedia per “La Stampa” – che registra un 94% di italiani contrari all’invio di truppe a Kiev – notiamo un’ulteriore scollamento ta l’elettorato italico e le posizioni che stanno prendendo le istituzioni europee in questi delicatissimi mesi di politica internazionale.

Alla domanda infatti su cosa si è disposti a fare per aiutare l’Ucraina nella sempiterna guerra con la Russia, vi è ancora un 37% disposto all’invio di aiuti umanitari, dato che cala drasticamente al 12% quando si parla dell’invio di materiale militare e/o armi. In particolare però, tra riarmo e “prontezza”, oltre ad un esercito di “volenterosi” a fianco di Kiev, solo il 19% degli elettori nei sondaggi politici Tecnè si dice allineato alle decisioni dell’Europa sul tema bellico, con un 80% ampio di bocciatura sonora della linea Von der Leyen-UE.