A 5 anni dalla Brexit i sondaggi politici in Regno Unito svelano il paradosso: 55% vuole tornare in UE ma al contempo sale nei consensi il Reform di Farage

GLI ULTIMI SONDAGGI SUL REGNO UNITO 5 ANNI DOPO LA BREXIT: VOLA FARAGE, STARMER IN CRISI, CONSERVATORI “RESISTONO”

Brexit o Bregret, this is the problem: a 5 anni esatti dall’effettivo “leave” dell’Unione Europea, i sondaggi politici in Regno Unito per questo gennaio 2025 confermano la tendenza sempre meno convinta dell’elettorato britannico sull’uscita dal Vecchio Continente, anche se il consenso nazionale del principale leader pro-Brexit – Nigel Farage – confermano paradossalmente il successo di un ordine politico che stravolge la tradizione di Downing Street e Westminster. Osservando i sondaggi “More in Common” del 24-27 gennaio 2025 si mantiene lievissimo il vantaggio dei Laburisti del Premier Starmer, sempre più in difficoltà sui temi di politica interna tra caos immigrazione, presunti insabbiamenti e terrorismo islamista.



Al 25% il Labour si tiene alla pari con Reform UK, il partito di Farage che eredita quello che fu il Brexit Party: la crescita esponenziale della destra anti UE va di pari passo con la crisi dei Tory che si fermano al 24% dopo aver perso per mesi parte del consenso “storico” per la destra conservatrice inglese. I sondaggi sul Regno Unito vedono poi i LibDem stabili al 13%, con i Verdi che invece non si schiodano dal 6-7% su base nazionale. Restano comunque problematici, anche se migliori in termini di preferenze, i sondaggi espressi da YouGov sull’attuale condizione politica a 5 anni dalla Brexit: per Starmer il 27% è una boccata di ossigeno, restano però a contatto Farage & Co. con il 23%, davanti ai Tory di una sola lunghezza, mentre LibDem e Greens non vanno oltre rispettivamente 14 e 9%.



GLI INGLESI NON VOGLIONO PIÙ LA BREXIT, MA UN SECONDO REFERENDUM PER ORA NON È UNO SCENARIO REALISTICO. COSA DICONO I SONDAGGI

Ciò che però stupisce da questi ultimi sondaggi politici in Regno Unito, raccolti tutti nell’ultima settimana di gennaio 2025, è l’evoluzione positiva e in “fiducia” del principale leader (assieme a Boris Johnson) della Brexit avviata con il Referendum del 2016 e attivata nel gennaio 2020: se infatti da un lato gli inglesi si dicono sempre più scettici degli effettivi benefici del “Leave”, di contro è Nigel Farage il politico attualmente più stimato e in “trend” rispetto ai rivali, a cominciare dal Primo Ministro laburista Starmer.

Secondo i sondaggi condotti da YouGov su 2225 persone intervistate in Regno Unito, solo il 30% ad oggi ritiene sensata la Brexit, mentre la stragrande maggioranza si riconosce nel “Bregret”, ovvero il rimpianto anti-Brexit e con l’uscita dall’Europa. É un paradosso che in realtà fa emergere una verità ancora più radicata nei sondaggi di questo ultimo periodo storico per la Gran Bretagna: la sfiducia c’è, le problematiche pure, ma un nuovo referendum all’orizzonte ancora non è ipotizzabile. Piuttosto, la critica dell’elettorato inglese è più per come è stata gestita la Brexit, dall’amministrazione conservatrice all’attuale laburista: la crescita del Reform di Farage, fino a pochi anni fa Brexit Party, sta a dimostrarlo. Il 55% degli elettori intervistati nei sondaggi YouGov Regno Unito 2025 ad oggi vorrebbe rientrare in UE, mentre appunto il 30% conferma l’uscita, un -3% rispetto alla stessa domanda posta nel novembre 2024. Resta la sensazione di un’occasione sprecata, di un fallimento complessivo, così si esprimono gli intervistati: anche un netto 24% di elettori di Farage ammette che l’uscita dall’Unione Europea è una sonora sconfitta per l’Inghilterra, così come il 20% di chi dice di aver votato per la Brexit oggi tornerebbe volentieri indietro.