Sondaggi politici in Regno Unito mentre permane la crisi del Governo Labour: Starmer tra allarme Farage, il caos migranti e i rapporti con l'UE post Brexit
GLI ULTIMI SONDAGGI SUL REGNO UNITO: FARAGE ANCORA AL TOP, STARMER “GALLEGGIA”, ATTARDATI I CONSERVATORI
Mentre l’Europa è tutta presa dalle Elezioni in Germania, oltre al futuro immediato della guerra in Ucraina con il rischio di rimanere fuori dal tavolo di negoziato, nel vicino Regno Unito proseguono le difficoltà del Governo Starmer a maggioranza laburista. I sondaggi a meno di un anno dall’insediamento a Downing Street danno la sinistra inglese in difficoltà, non superata dagli storici rivali del Tory e letteralmente sfidata a livello nazionale dal Reform UK di Nigel Farage.
Osservando ad esempio gli ultimi sondaggi prodotti da Techne (con interviste tra il 19 e il 20 febbraio 2025), il Governo dei Laburisti tiene di poco il vantaggio sul partito conservatore (25% vs il 22% complessivo) ma verrebbe battuto ad oggi dal partito anti-sistema di Nigel Farage, ormai stabilmente tra il 20 il 30% dei consensi in tutta la Gran Bretagna. Se Reform ottiene il 26% delle preferenze attuali – se si votasse oggi – Starmer a Downing Street sarebbe in stato di allarme, battuto di pochi voti e comunque in lotta uno all’ultimo seggio potenziale con la destra pro-Trump.
Ad aggiungere contenuto nei sondaggi per il Regno Unito 2025 troviamo il 12% dello “stazionario” LibDem centrista, mentre i Verdi inglesi all’7% restano davanti al partito scozzese SNP (3%): cambiando sondaggio ma non Paese, le ultime intenzioni di voto diffuse da Opinium lo scorso 21 febbraio 2025, non si discostano molto dai sondaggi Techne. Davanti troviamo ancora la lotta Starmer-Farage con il Labour che avrebbe invece un lieve vantaggio al 28% contro il 26% del Reform: i Tory proseguono nella parziale crisi interna (21%) mentre tutto rimarrebbe immutato nelle retrovie, tra LibDem al 12% e Verdi sotto quota 10%.
LE DIFFICOLTÀ DEL GOVERNO STARMER TRA UCRAINA, MIGRANTI E BREXIT
Se da un lato i sondaggi in Regno Unito continuano a dare una corsa a tre per i prossimi appuntamento elettorali, a livello di operato politico il programma di Starmer si sta infrangendo sulle tante difficoltà sia in Parlamento che all’interno dello stesso Labour Party. L’allarme sicurezza, l’immigrazione incontrollata e gli effetti tutt’altro che semplici della Brexit parevano essere superabili come problematiche dalla spinta propulsiva di Starmer, ma dopo i primi 100 giorni di Governo la crisi politica è tornata a far capolino a Downing Street, solo che ora non più in “casa Tory” ma nei rivali storici del centrosinistra inglese.
La strategia del Governo UK è quella di costruire un rinnovato rapporto con l’Unione Europea, dal caos migranti fino alle riforme economiche per finire sulla conduzione delicata del rapporto geopolitico diplomatico tra Usa e Bruxelles sul tema della guerra in Ucraina: Starmer si muove a metà strada fra Trump e i leader europei, con l’intento di appianare le differenze e non perdere così tanto gli storici rapporti con l’America quanto i rinnovati accordi con l’Europa, nonostante la Brexit. Anzi, la proposta presentata di recente – dopo le forti polemiche sull’immobilismo programmatico del Labour – prevede un programma di mobilità giovanile per tutti i cittadini UE tra i 18 e i 30 anni che possa permettere lo studio e/o il lavoro temporaneo nel Regno Unito. La critica dell’elettorato inglese permane, specie sul fronte immigrazione, con Starmer che cerca in questo modo di ridurre le polemiche in patria con rinnovati accordi con Bruxelles (che però dovrà accettare, e non è scontato); le “bordate” in stile Trump sul combattere l’immigrazione illegale fa intuire il senso di svolta che Downing Street vuole imporre per uscire dall’impasse politico di cui finora si è auto-incastrato.