Sondaggi politici UK: Reform UK al 31%, Starmer al 25%, Tory al 17%, mentre il Paese si divide su migranti, sottomarini e Bitcoin

I nuovi sondaggi Opinium, effettuati tra il 28 e il 30 maggio su un campione di 2.050 cittadini britannici, ci mostra un cambio di rotta nella percezione politica del Paese proprio nei giorni in cui il governo affronta temi delicatissimi come la spesa militare, le criptovalute e la gestione dei flussi migratori e in questo scenario, Reform UK – il partito guidato da Nigel Farage – vola al 31% (+2) conquistando il primo posto nelle intenzioni di voto e confermandosi il protagonista del momento.



Il Labour di Keir Starmer, invece, si attesta al 25% mentre i Conservatori continuano la loro discesa toccando un preoccupante 17% (-1) che rappresenta uno dei risultati peggiori della loro storia recente ormai ai margini di uno scontro elettorale controllato dalle forze alternative: questi dati arrivano in una settimana particolarmente calda per la politica britannica e da un lato c’è l’annuncio di Starmer sul piano per costruire fino a 12 nuovi sottomarini nucleari d’attacco che fa parte di una revisione strategica della difesa che prevede investimenti fino a 15 miliardi di sterline riaprendo il dibattito sulle priorità del governo in materia di sicurezza, spesa pubblica e relazioni internazionali.



Dall’altro il boom dei consensi per Farage coincide con un nuovo fronte aperto dal suo partito con l’annuncio che Reform UK accetterà donazioni in Bitcoin e altre criptovalute, un’idea che, anche se accolta con entusiasmo in alcuni ambienti ha anche generato preoccupazioni da parte degli esperti per il rischio di donazioni opache e non tracciabili; in mezzo a tutto questo, l’opinione pubblica assiste anche al riaccendersi dell’emergenza migranti con oltre 1.100 arrivi in un solo giorno nel Canale della Manica un record per il 2025 che ha immediatamente aperto la discussione sulle misure del governo per garantire il controllo dei confini e la sicurezza marittima.



Il dato di Reform al 31% nei sondaggi quindi, non è solo un segnale di stanchezza verso il sistema tradizionale ma riflette anche il desiderio di risposte radicali e immediate ai problemi concreti come sicurezza, ordine ed economia, mentre Starmer appare ancora in fase di equilibrio tra rassicurazioni internazionali come l’impegno “Nato-first” e le richieste interne di maggiore determinazione e concretezza.

Sondaggi UK: Starmer sotto pressione tra difesa, migranti e il nuovo “fenomeno Farage”

Keir Starmer, forte fino a poche settimane fa di un vantaggio solido nei sondaggi, si trova ora in una posizione sempre più scomoda stretto tra l’ascesa aggressiva di Reform UK e il continuo calo dei Conservatori che spingono parte del loro elettorato proprio verso Farage, e il dato del 25%, ottenuto dal Labour in un momento in cui il partito è al governo e ha avviato la sua prima vera riforma strategica, non basta a rassicurare.

La presentazione della revisione della difesa con i suoi 62 punti e l’annuncio della costruzione di una nuova flotta di sottomarini SSN-AUKUS ha sì mostrato un governo che vuole rafforzare la sua postura internazionale, ma ha anche esposto Starmer a critiche trasversali per la mancanza di chiarezza sui fondi e sulla tempistica reale degli investimenti, di conseguenza, l’impegno a portare la spesa militare al 2,5% del PIL entro il 2027 con un obiettivo del 3% al 2034 rischia di essere letto da parte dell’opinione pubblica come troppo timido specialmente mentre le immagini degli sbarchi nel Canale riempiono i telegiornali.

Nel frattempo Farage insiste con abilità sulla sfiducia e ha annunciato che Reform UK accetterà donazioni in criptovalute promettendo, in caso di elezione, la riduzione dell’imposta sulle plusvalenze per il Bitcoin al 10%, proponendo addirittura di consentire il pagamento delle tasse tramite criptovalute, un’idea che suona rivoluzionaria che punta chiaramente al pubblico giovane e tecnologicamente più avanzato ma che non chiarisce abbastanza l’aspetto della trasparenza dei finanziamenti e sul possibile anonimato dei donatori.

Sondaggi UK: migranti, sicurezza e identità nazionale al centro

I numeri dei sondaggi raccontano una tendenza, ma sono i temi concreti a determinare la direzione, tra questi l’immigrazione è tornata con forza al centro del dibattito e proprio domenica 1 giugno, sono arrivati oltre 1.100 migranti in un solo giorno attraversando il Canale della Manica, un record assoluto per il 2025 che ha spinto anche Starmer a dichiarare che “nessuno dovrebbe fare quel viaggio” ma le parole sembrano svanire davanti a un fenomeno che non accenna a rallentare, tanto che il totale annuale ha già superato i 14.800 arrivi in aumento rispetto al 2024 e la pressione sull’esecutivo cresce.

John Healey, segretario alla Difesa, ha definito scioccante la situazione, descrivendo i trafficanti come dei criminali, ribadendo inoltre che il governo sta lavorando a stretto contatto con la Francia per fermare le partenze prima che le barche lascino la costa, ma ad ogni modo, per l’opinione pubblica britannica, abituata da anni a promesse mai del tutto mantenute, le azioni parlano più delle intenzioni e il tema migranti, unito alla crisi abitativa e alla percezione di insicurezza, contribuisce a rafforzare le forze politiche che promettono di “chiudere le rotte”, di proteggere i confini, di riportare il controllo alla Gran Bretagna.

Non è un caso che la crescita di Reform coincida con la recrudescenza del dibattito su chi ha davvero il controllo della situazione e il Labour, per ora, paga un posizionamento prudente e una comunicazione ancora troppo timida, mentre i Conservatori (ormai relegati al ruolo di ex partito guida) non riescono a ricostruire una credibilità perduta e così, tra un piano per i sottomarini nucleari, promesse di rivoluzioni fiscali in chiave Bitcoin e la crisi del sistema migratorio, il Regno Unito si prepara a un passaggio che potrebbe ridisegnare completamente lo scenario, con un elettorato che sembra non voler più aspettare.