Il nipote di Dbeibah e il figlio di Haftar si sono incontrati a Roma. Di mezzo ci sono gli USA. E i palestinesi da portare in Libia
Da una parte il nipote di Dbeibah, cioè del leader del governo di unità nazionale di Tripoli, dall’altra il figlio di Khalifa Haftar, il generale che invece guida la Cirenaica: i rappresentanti delle due parti in cui di fatto è divisa la Libia hanno incontrato ieri a Roma l’inviato di Trump Massad Boulos e anche funzionari italiani.
Un incontro, osserva Ibrahim Magdud, intellettuale e arabista libico, che per il momento resta un mistero, anche se si possono formulare diverse ipotesi, tra cui un invito della commissione ONU a parlarsi in vista dell’unificazione politica della Libia con nuove elezioni, o addirittura un incontro per parlare della possibilità che i palestinesi di Gaza vengano deportati proprio nel Nord Africa. Sullo sfondo restano gli affari legati al petrolio.
Cosa si sa dell’incontro a Roma tra il nipote di Dbeibah, Ibrahim, e il figlio di Haftar, Saddam?
Non ci sono dichiarazioni in merito. Non è la prima volta che si incontrano, già lo hanno fatto negli Emirati Arabi Uniti, dove hanno costituito una società petrolifera che si occupa dell’esportazione del petrolio ed opera in Libia. Ha stipulato dei contratti con l’ente petrolifero libico, anche se lo stesso Abdel Hamid Dbeibah sostiene che bisogna aprire un’inchiesta sulla storia della società, i cui introiti verrebbero incamerati da una banca emiratina e non dalla Banca centrale libica come succede di solito.
Che ipotesi si possono fare sull’incontro romano?
Potrebbero aver parlato dei loro affari, oppure la commissione dell’ONU potrebbe aver chiesto un confronto politico per riuscire a indire nuove elezioni. O ancora, il tema potrebbe essere stato la situazione a Tripoli dove è in atto uno scontro tra milizie.
Come mai l’incontro è stato organizzato a Roma?
C’è nell’aria qualcosa, ma è difficile saperlo. Essere a Roma non significa niente, perché quando ci sono riunioni importanti solitamente vengono tenute fuori dalla Libia: a Tunisi, in Svizzera, a Parigi, negli Emirati. Potrebbe essere anche che gli italiani abbiano un ruolo, che facciano da mediatori.
Ogni tanto ritorna di attualità l’ipotesi di un trasferimento dei palestinesi di Gaza in Libia, non potrebbero aver discusso di questo?
Sia Dbeibah che Haftar rifiutano ufficialmente questa prospettiva. Poi non so se in separata sede si facciano altri discorsi… Se così fosse, si potrebbe spiegare il motivo della presenza degli americani. La situazione in Libia è un puzzle molto difficile da comporre.
Intanto che sviluppi ci sono a Tripoli? Lo scontro fra le milizie continua?
Sta succedendo una cosa assurda, una delle milizie protagoniste dello scontro è legata al primo ministro, poi ci sono due alleanze di milizie, una delle quali è legata al Consiglio di Presidenza e controlla l’aeroporto, il porto e il carcere. Tripoli è piena di carri armati…
(Paolo Rossetti)
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