Un legame significativo tra stress comportamentale e l’efficacia dei vaccini è stato dimostrato per la prima volta in modelli murini dai ricercatori della Tel Aviv University. In particolare, studiano i topi i ricercatori si sono accorti che lo stress acuto nove-dodici giorni dopo la vaccinazione contro il Covid aveva aumentato la risposta anticorpale al vaccino del 70% rispetto al gruppo di controllo non stressato.
Un aumento che però è avvenuto a spese dell’ampiezza anticorpale, cioè del numero di antigeni verso i quali un individuo ha titoli anticorpali superiori alla soglia di concentrazioni anticorpali. Nel concreto, ciò si è tradotto in una minore protezione contro le varianti dell’agente patogeno. Questa ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica Brain, Behavior, and Immunity. Natalia Freund, della Tel Aviv University, ha spiegato al Jerusalem Post che “in questo studio abbiamo esaminato per la prima volta la correlazione tra lo stress e la capacità dell’organismo di sviluppare una risposta immunitaria dopo la vaccinazione”. Al momento “l’ipotesi prevalente è che l’efficacia di un vaccino sia determinata principalmente dalla sua stessa qualità. Tuttavia, nel corso degli anni, la letteratura professionale ha riportato l’influenza di altri fattori, come l’età, la genetica e il microbioma sugli esiti della vaccinazione”. E in questo campo “il nostro studio è stato il primo a indagare i possibili effetti dello stress acuto. Abbiamo scoperto che questo stato mentale ha un impatto drammatico, non solo sull’efficacia del vaccino, ma anche sul suo funzionamento”.
Gli effetti dello stress sul vaccino contro Covid: “persa gran parte dell’efficacia”
Lo stress può intaccare l’efficacia del vaccino contro il Covid. Lo ha scoperto un team di ricercatori israeliani, che definiscono lo stress acuto come uno stato mentale causato da una minaccia immediata, reale o immaginaria, che comporta la secrezione di adrenalina e stimolazione. Osservando il comportamento dei topi vaccinati e sottoposti a forte stress, gli scienziati si sono accorti che in seguito allo stress il sistema immunitario si concentrava interamente sul vaccino originale e non mostrava alcuna risposta a proteine leggermente diverse, come le varianti di interesse (alfa, beta, gamma e delta) del SARS-CoV-2.
Secondo la dottoressa Fruend, “in generale, lo scopo della vaccinazione non è solo la protezione contro uno specifico agente patogeno, ma anche la creazione di una memoria immunologica per proteggere contro future mutazioni di quell’agente patogeno. In questo senso, i vaccini sembravano perdere gran parte della loro efficacia dopo l’esposizione allo stress“.