Un luogo oscuro, lontano dal resto, dove le pareti erano ricoperte di immagini del diavolo e ovunque, nella stanza, vi erano statue demoniache. Proprio lì padre e figlio si rintanavano per ore, evocando il diavolo. Un ambiente sinistro e interamente dedicato all’occulto, che avrebbe contribuito al suicidio del ragazzo, nel 2018. Il giovane si è suicidato ad appena vent’anni, motivando il gesto con un messaggio inquietante: “Mio padre è Satana, mi ha dato il dono dell’immortalità. Quando mio padre mi disse se ero con lui, io risposi di sì. Gli chiesi perché morirò. Il perché è logico, mi devo sacrificare per lui. È colui che mi ha creato”.
A quasi sei anni dalla tragedia che ha sconvolto la comunità di Quarata, in provincia di Pistoia, il padre è stato accusato di istigazione al suicidio. Nei giorni scorsi la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio in quanto sarebbe stato lui, secondo gli inquirenti, a convincere il suo “primogenito serafino” a farla finita. Il figlio sarebbe arrivato alla decisione dopo un lungo periodo di riti satanici, invocazione di demoni e conversazioni sulla morte avvenute con il padre, come spiega Il Messaggero. Dietro al suicidio ci sarebbe “un’opera proselitismo familiare”. Potrebbe essere coinvolto anche l’altro figlio dell’uomo.
Suicida in soffitta dove inneggiava a Satana: rinvio a giudizio per il padre
Il gesto estremo risale al primo gennaio del 2018, un giorno non causale per i seguaci di Satana, che a Capodanno celebrano il demone Ose. Il ragazzo si sarebbe tolto la vita in soffitta, sotto lo sguardo del diavolo ritratto nelle varie immagini esposte sulle pareti. All’arrivo dei carabinieri e dei vigili del fuoco nell’abitazione, il ragazzo era già morto. Solo poche ore prima di uccidersi, il ragazzo era andato a trovare il padre in carcere, allora detenuto per altri motivi. I due, secondo gli investigatori, potrebbero aver parlato dell’argomento e l’uomo potrebbe aver dato l’incoraggiamento al giovane a compiere il gesto estremo.
Secondo la Procura di Pistoia, il 20enne “sarebbe stato convinto di essere il figlio di Satana e che il sacrificio della sua esistenza lo avrebbe condotto verso l’immortalità”, come si legge nella lettera scritta da lui stesso. La missiva è stata trovata vicino al corpo. Secondo le indagini, le pratiche sataniche sarebbero state all’ordine del giorno in quella soffitta. I carabinieri di Quarrata si sono concentrati immediatamente su quella strada, analizzando la lettera lasciata dal giovane. La Procura aveva chiesto l’archiviazione del caso per mancanza di prove ma la richiesta era stata respinta dal giudice per le indagini preliminari, che aveva imposto al pubblico ministero di formulare quella del rinvio a giudizio. Secondo il gip, ci sarebbero gravi indizi a carico dell’uomo.