Il terremoto avvenuto due notti fa in Turchia, di magnitudo 7.9, è stato “un sisma fortemente energetico, che ha prodotto una quantità di energia circa mille volte superiore a quella prodotta dal terremoto di Amatrice”. A dichiararlo è stato Salvatore Stramondo, direttore dell’Osservatorio Nazionale Terremoti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), il quale, sulle colonne de “Il Messaggero”, ha sottolineato: “Siamo in una regione in cui è presente una giunzione tripla tra placche tettoniche. Abbiamo lo scontro tra la placca arabica, che si muove verso Nord-Ovest, la placca africana che spinge verso Nord e la placca anatolica che si muove conseguentemente verso Ovest. È quindi una regione in cui e forze in campo sono enormi”.
Quando si dice che col terremoto in Turchia la Terra si è spostata di 3 metri lungo una faglia di 150 chilometri, ha precisato Stramondo, non si deve pensare al movimento di 3 metri da parte di 150 chilometri di superficie: “Al momento stiamo ancora acquisendo le immagini radar da satellite che consentono di misurare il campo di spostamento. Ora, però, possiamo solo immaginare che in alcune zone ci sia stato uno spostamento di pochi centimetri, in altre di diversi metri e in altre ancora nessuno”.
TERREMOTO TURCHIA: “ABBIAMO RISCHIATO LO TSUNAMI NEL MAR MEDITERRANEO”
Secondo il direttore dell’Osservatorio INGV, come si legge su “Il Messaggero”, in Italia uno spostamento di tale tipologia è stato registrato nel 1997 con l’evento sismico di Assisi, con movimenti del suolo fino a 20 centimetri. Peraltro, il terremoto in Turchia ha fatto temere l’arrivo di un maremoto nel Mediterraneo: “Abbiamo avuto un evento a grande dispendio energetico a terra – ha rivelato Stramondo –. Un terremoto con una magnitudo di 7.9 può infatti provocare una perturbazione anche sul livello marino. Non dimentichiamo che il Mediterraneo è molto piccolo, se confrontato con Pacifico e Atlantico, ed è in un’area chiusa, circondata da terra per tutto il suo perimetro. Quello che può accadere è che si generi un’onda tsunami”.
Fortunatamente, il terremoto in Turchia non ne ha determinato uno: “Abbiamo atteso che i mareografi registrassero un’eventuale oscillazione del mare, cosa che poi non è avvenuta. Di conseguenza, l’allerta è rientrata alle 7.02 di ieri mattina. Abbiamo infatti visto che non vi erano oscillazioni significative del livello del mare. Abbiamo avuto un’allerta di circa 3 ore e mezza, che è definitivamente rientrata”.