TikTok consentirebbe ai minori di 13 anni di avere un proprio account se gli stessi affermano che i propri genitori stanno supervisionando. E’ questo quanto si legge sul tabloid inglese Guardian che segnala un esempio concreto di un ragazzino che ha affermato di avere 12 anni, nonostante l’età minima per accedere sia appunto di 13, e che è stato autorizzato comunque ad iscriversi in quanto sul profilo dichiarava che l’account era gestito dai genitori. Il Guardian avrebbe scoperto alcune comunicazioni interne al social, in cui viene appunto specificato ai moderatori, coloro che gestiscono gli account, che se si segnala che il profilo è gestito da un genitore anche se riguardante un under 13, può essere approvato e non bannato.
Secondo un dipendente di TikTok evitare il ban sarebbe “incredibilmente facile anche se minorenne. Una volta che un bambino scopre come funziona, lo dirà poi ai suoi amici”, aggiunge ancora il Guardian. L’azienda ha fatto sapere che non è vero che gli under 13 vengono ammessi alla piattaforma anche se il loro account è gestito da un adulto, smentendo quindi tale situazione: “Queste accuse sulle politiche di TikTok sono sbagliate o basate su malintesi, e il Guardian non ci ha fornito informazioni sufficienti sulle loro affermazioni per indagare. Le nostre linee guida della community si applicano allo stesso modo a tutti i contenuti TikTok e non consentiamo l’accesso ai minori di 13 anni sulla nostra piattaforma”.
“TIKTOK CONSENTE ACCOUNT AGLI UNDER 13”, LA REPLICA: “RIMOSSO 18 MILIONI DI ACCOUNT…”
TikTok afferma inoltre di essere “profondamente impegnata a garantire che TikTok sia un’esperienza sicura e positiva per le persone di età inferiore ai 18 anni. Devi avere almeno 13 anni per avere un account”, precisando che fra aprile e giugno di quest’anno ha rimosso più di 18 milioni di account di sospetti minorenni in tutto il mondo.
Non è la prima volta che si punta il dito contro TikTok e la presenza di account minorenni nel Regno Unito (e non solo), visto che già lo scorso settembre l’autorità irlandese di vigilanza aveva inflitto una multa di 350 milioni di euro per aver violato la legge europea sui dati nella gestione degli account dei bambini, inclusa la mancata protezione dei contenuti degli utenti minorenni dalla vista del pubblico.