TikTok preoccupa la Francia più di qualsiasi altro social. Da un lato, per la sua dipendenza “a tutto tondo” dalla Cina e dal regime comunista mentre dall’altro, per “l’opacità ovviamente voluta” della piattaforma che non ha mai risposto a nessuna delle domande poste. I 19 membri della commissione del Senato concordano sull’esistenza di rischi specifici per questo social network che conta 22 milioni di utenti in Francia. Il rapporto intitolato “Tattiche TikTok: opacità, dipendenza e ombre cinesi” è simile a un atto d’accusa formale.
Vengono infatti elencate le varie dipendenze, patrimoniali, politiche, legali e tecniche, che pongono la casa madre di TikTok sotto il controllo del regime comunista cinese. Nonostante le smentite di ByteDance Ltd, il report dimostra che i legami con la Cina non sono in dubbio. C’è un fondo cinese (Sequoia China) nella capitale e nel consiglio di amministrazione: inoltre il 20% del capitale di ByteDance detenuto dai fondatori di TikTok, Zhang Yiming e Liang Rubo, permette loro di controllare il voto. “TikTok non può funzionare senza i servizi tecnici della filiale cinese DouYin, che è il vero cuore dell’azienda Byte-Dance in Cina”, ricorda il relatore del report francese.
Gli avvertimenti della Francia
Claudio Malhuret, relatore del report sui rischi di TikTok stilato dalla Francia, sottolinea che i pericoli che ne conseguono sono vari: spionaggio degli utenti, censura, disinformazione, trasferimento di dati. “Questa dipendenza tecnica giustifica che diversi Stati e la Commissione europea abbiano vietato ai propri funzionari di utilizzare l’applicazione”, sottolinea il relatore. La commissione d’inchiesta raccomanda inoltre di estendere questo divieto in Francia a tutto il personale degli operatori di vitale importanza, pubblici o privati, “le cui attività sono essenziali per il corretto funzionamento e la sopravvivenza della nazione”, secondo l’Agenzia nazionale per la sicurezza dei sistemi informativi.
La commissione non è riuscita a trarre nulla dai due rappresentanti di TikTok France intervistati il 7 giugno. “Abbiamo avuto l’80% di non risposte e il 20% di risposte approssimative, con l’impressione che ci prendessero in giro”, riassume Mickaël Vallet, presidente della commissione d’inchiesta. Inoltre, “Il controllo dell’età è inesistente”, spiega ancora Claude Malhuret. “Abbiamo offerto loro ogni opportunità per spiegarsi e rispondere”, spiega ancora Mickaël Vallet. Un portavoce di TikTok, però, ribatte: “Questo rapporto non riflette accuratamente i fatti. Abbiamo passato molti mesi e più di sei ore sotto giuramento a rispondere a centinaia di domande”.