Alla fine – con una pronuncia insolitamente rapida ma certamente legata all’urgenza della questione – la Corte Suprema USA ha deciso di confermare la norma che aveva vietato l’uso di TikTok al popolo americano per via di una (è bene precisarlo: presunta) violazione delle privacy degli utenti del colossale social cinese: la decisione dei giudici era ampiamente attesa negli USA soprattutto perché anche il solo spettro del divieto aveva già aperto ad una vera e propria fuga di massa da parte di numerosi influencer; mentre ovviamente gli utenti si erano fermamente opposti lamentando soprattutto la violazione della loro libertà personale, tanta cara agli americani.
Tornando un attimo indietro nel tempo, è significativo ricordare che TikTok era stato ‘ufficialmente’ vietato negli USA già lo scorso aprile con un’apposita legge che aveva ottenuto una solida maggioranza nel Congresso statunitense: secondo i termini previsti, entro il 19 gennaio (ovvero tra due giorni) ByteDance avrebbe dovuto decidere se cedere l’app ad un compratore americano, oppure adeguarsi al divieto facendo sparire l’applicazione dagli store digitali ed evitando di rilasciare nuovi aggiornamenti in futuro; mentre ovviamente nulla era cambiato per il mercato europeo.
Fin da subito contro il divieto si era opposta la stessa ByteDance sostenendo in un primo momento davanti alla Corte d’appello di Washington che vietare TikTok avrebbe violato il Primo emendamento costituzionale sulla libertà d’espressione; e poi in un secondo momento – dopo il no da parte dei giudici d’appello che avevo ritenuto più importante tutelare la sicurezza nazionale – davanti alla Corte suprema che si è infine espressa nella giornata di oggi.
TikTok vietato negli USA: cosa succede ora e cosa cambia per gli utenti americani
Insomma, secondo la Corte suprema TikTok dovrà essere vietato negli USA ritenendo credibile la vendita di dati (mai suffragata da prove) denunciata dal governo e lasciando intatto il vincolo dell’eventuale vendita ad un’azienda americana: ipotesi – tuttavia – resa complessa dal pochissimo tempo rimasto a disposizione, dal fermo diniego da parte di ByteDance che non pare interessata a trovare un compratore e (forse soprattutto) dalla promessa del governo cinese di vietarne l’esportazione ritenendolo una tecnologica proprietaria della Cina per via del suo algoritmo unico al mondo.
A conti fatti, per ora per il popolo americano – però – nonostante il divieto imposto a TikTok non cambierà nulla dato che alla sentenza della Corte deve far necessariamente seguito un’applicazione da parte del presidente: l’amministrazione uscente di Biden ha già fatto sapere che non avrà tempo di curarsene (dato che lunedì prossimo passerà il testimone); mentre dal conto suo Trump si è limitato a sottolineare che “alla fine [la decisione] spetta a me” e promettendo che “verrà presa in un futuro non troppo lontano” ha invitato il popolo americano a rimanere pazientemente in attesa della sua mossa.
Se arrivasse una conferma da parte di Trump e TikTok venisse effettivamente vietato – come dicevamo già prima – l’app sparirà dallo store e non potrà più ricevere nessun tipo di aggiornamento, ma al contempo rimarrà attiva e funzionante su tutti i cellulari che l’hanno installata con l’ovvia conseguenza che non riceverà più nessuna funzione nuova, non verranno mai corretti gli attuali bug e complessivamente potrebbe diventare obsoleta nel caso in cui in futuro venisse aggiornata qualche funzione lato server senza che sia implementabile dall’utenza statunitense.