L'Udienza in Vaticano di Papa Leone XIV con le Chiese Orientali al termine del Giubileo a Roma: video streaming. La pace cristiana e il senso del mistero
IL DISCORSO DI PAPA LEONE XIV ALL’UDIENZA CON LE CHIESE ORIENTALI
Il 13esimo dei grandi eventi del Giubileo 2025 si chiude oggi con il saluto di tutte le Chiese Orientali al nuovo Papa Leone XIV, giunto in Aula Paolo VI poco dopo le ore 10 davanti a una sala completamente gremita da circa 8mila pellegrini: «la pace sia con voi!» è l’atto, assieme al segno di croce, scelto dal Pontefice davanti ai capi delle Chiese orientali e i semplici pellegrini. «Cristo è risorto, è veramente risorto!», il tema posto dal Santo Padre è il medesimo che ripetono le fedi cristiane orientali all’inizio di ogni celebrazioni.
Il Giubileo della speranza ha come fondamento indistruttibile proprio la resurrezione del Cristo: secondo Papa Leone XIV «le comunità orientali sono preziose, una varietà e una storia gloriosa, ma anche aspre sofferenze che molte vostre comunità patiscono. Siete chiese che vanno amate, avete tanto da dirci sulla vita cristiana e sulla sinodalità, ma anche sulla liturgia». Citando Papa Leone XIII, il Pontefice ricorda quella dedicazione di un documento alla dignità delle chiese orientali, «l’opera di evangelizzazione cominciò in Oriente, avete un ruolo unico come contesto originario della Chiesa nascente».
Papa Leone ricorda come in molte celebrazioni ancora si usa la lingua del Signore Gesù: una legittima varietà di liturgia che possa aiutare l’intera Chiesa di Cristo, «siete un segno di testimonianza con molti vostri fedeli costretti a fuggire da guerre e violenze, col rischio di perdere la vostra identità arrivando nell’Occidente moderno». Come già diceva Leone XIII nessun ministro della Chiesa latina debba tentare di “convertire” fedeli orientali alle tradizioni occidentali: «chiedo al Dicastero delle Chiese orientali di aiutarmi a definire principi e linee guida perché i pastori latini possano sostenere i cattolici orientali della diaspora facendo mantenere le loro tradizioni viventi che arricchiscono il contesto in cui vivono».
Papa Leone XIV si appella ai cristiani orientali, «la Chiesa ha bisogno di voi! Abbiamo bisogno di recuperare il senso del mistero così vivo nelle vostre liturgie», anche tramite il canto alla bellezza di Dio che abbraccia la piccolezza umana, «noi dobbiamo riscoprire il senso del primato di Dio, il valore dell’intercessione incessante, il digiuno, il pianto per i peccati dell’intera umanità». Secondo Papa Prevost è fondamentale custodire le tradizioni delle chiese orientali senza mai “annacquarle”, senza corromperle da uno spirito consumistico e “individualistico”.
Il dono di sapere vedere la certezza della Pasqua in ogni travaglio della vita è un insegnamento fortissimo delle Chiese orientali: «il più grande peccato è non credere alle energie della resurrezione». Sono proprio i cristiani orientali che possono raccontare a tutto il mondo le violenze e gli orrori della guerra: Terra Santa, Ucraina, Libano, Siria, Tigrai e Caucaso, «quanta violenza e quanti massacri di giovani vite!». È un messaggio di pace quello di Papa Leone XIV, ma è soprattutto un appello di Cristo che ripete «pace a voi, vi lascio la pace e vi dò la mia pace». La pace cristiana non è il silenzio tombale dopo il conflitto e neanche il risultato della sopraffazione ma «il dono che guarda le persone e ne riattiva la vita, preghiamo per questa pace, riconciliazione e perdono».
Affinché la pace si diffonda Papa Leone XIV spiega che si offrirà senza remore e con ogni sforzo con l’opera del Vaticano: «i popoli vogliono la pace e io col cuore in mano chiedo di incontrarci, dialoghiamo e negoziamo, la guerra non è mai inevitabile». La Chiesa non intende stancarsi nel ripetere la necessità che le armi “tacciano” il più possibile: i cristiani orientali e latini assieme possano pregare e impegnarsi per la pace, «brillate di fede, speranza e carità, i pastori promuovano la comunione nei sinodi dei vescovi perché siano luoghi di collegialità autentica», chiosa il Santo Padre nell’Udienza con le Chiese Orientali. Qui il testo integrale del discorso di Papa Leone XIV.
PAPA PREVOST CHIUDE IL GIUBILEO DELLE CHIESE ORIENTALI CON L’IMPORTANTE UDIENZA IN VATICANO (CON “VISTA” SU NICEA)
L’annuncio ufficiale di Papa Leone XIV potrebbe arrivare oggi nell’udienza con le Chiese Orientali al termine del Giubileo ad hoc in corso dal 12 maggio 2025 a Roma: il 24 maggio prossimo Papa Francesco avrebbe dovuto viaggiare a Nicea per i 1700 anni dallo storico Concilio che dispose l’unità ecumenica tra la Chiesa d’Oriente e la Chiesa d’Occidente. Ma sarà proprio nella cittadina oggi in Turchia che potrebbe svolgersi il primo viaggio apostolico di Papa Leone XIV, e ad annunciarlo potrebbe essere lo stesso Pontefice oggi nella seconda udienza in Vaticano due giorni dopo quell’appello a “disarmare le parole” davanti ai giornalisti e comunicatori media presso la Santa Sede.
Con il collegamento Tv sulla rete della CEI Tv2000 e con la diretta video streaming sui canali di Vatican News (il collegamento diretto di YouTube a fondo pagina, ndr), l’Udienza di Papa Leone XIV con le Chiese Orientali inizierà alle ore 10 in diretta dall’Aula Paolo VI: l’incontro con le migliaia di pellegrini delle fedi cattoliche, ortodosse, copte e in generale le varie confessioni cristiane orientali.
Un Giubileo inaugurato da Papa Francesco per riscoprire la vera unità del cristianesimo, a 1700 anni dal Concilio di Nicea che ben presto sarebbe stato il primo viaggio apostolico del Pontefice argentino dopo la sua convalescenza. A confermare il viaggio in Turchia è stato però lo stesso Papa Prevost in un dialogo informale con alcuni giornalisti dopo l’udienza di lunedì scorso, «l’anniversario è occasione di dialogo tra ortodossi e cattolici».
Sul tavolo l’unità prima di tutto “formale”, con la possibilità di riunire la data della Pasqua per tutti i cristiani nel mondo (mentre il Natale resterebbe diverso per motivi di calendario diverso tra quello gregoriano e quello antico giuliano, ndr) ma il progetto di riunire tutte le fedi in Cristo resta uno degli obiettivi della Santa Sede fin dai Pontificati di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, continuato poi da Francesco.
E così, a pochi giorni dalla Santa Messa di inizio Pontificato, Leone XIV prosegue il suo graduale ma già intenso magistero sul Soglio Petrino: al termine dell’Udienza in Vaticano, i pellegrini giunti fino a Roma parteciperanno alla Santa Messa in rito bizantino alle ore 14 presso la Basilica di San Pietro con tutti i rappresentanti delle Chiese Orientali greco-cattolica romena, greco-cattolica ucraina, assieme anche ai fedeli greco-cattolica melchita e di tutti gli altri riti bizantini.
LE PAROLE DISARMATE, L’UNITÀ DEI CRISTIANI E LA PACE DIPLOMATICA: LA SETTIMANA DI UDIENZE DI PAPA LEONE XIV
Ma nel Giubileo delle Chiese Orientali sono tutte le confessioni cristiane d’Oriente ad essere coinvolte e chiamate a Roma per incontrare i fratelli cattolici-romani: l’Udienza con Papa Leone XIV è un passaggio fondamentale, che nutre ulteriore importanza per capire le modalità di testimoniare l’unità ecclesiale del nuovo Pontefice. Come ha già fatto capire richiamando alla “comunione” – uno dei valori chiave dell’ordine Agostiniano, tra l’altro – la Chiesa di Prevost guarda ad Oriente come ad Occidente per ribadire la pace in cristo frutto della fede in comunione con la Sua persona.
Dalle parole “disarmate” per una pace “disarmante” – come ha detto ai giornalisti – fino alla pace diplomatica che ribadirà nell’Udienza con il Corpo Diplomatico in Vaticano (venerdì 16 maggio prossimo, ore 10 sempre in Aula Paolo VI), passando per l’incontro di fede oggi con tutti i rappresentanti delle Chiese Orientali. La diplomazia di Leone XIV si estende in questa prima settimana di novo Papato, all’insegna delle “parole d’ordine” di pace, comunione e Vangelo di Cristo: guardare a Nicea, ovvero alla Turchia, non è un obiettivo da poco per Papa Leone XIV, ancora più di quanto già potesse pensare il Santo Padre Bergoglio.
Oggi il Paese turco rappresenta uno snodo fondamentale dei rapporti di pace tra Ucraina e Russia, e la recente telefonata del Pontefice a Zelensky fa intuire come il Vaticano sia molto ben attento alle dinamiche internazionali. Quella ricerca di una pace “disarmata e disarmante” è la cifra dell’agire di questo Pontificato, una pace mai slegata dalla fede nell’Unigenito che ha promesso con la propria morte e resurrezione la vittoria eterna sul male e su ogni violenza. «Ridare speranza e valore al mondo che dimentica Dio», è quanto ha sostenuto nella sua prima omelia Papa Leone XIV, chiamato oggi al primo importante incontro ecumenico del suo Magistero.
