LA PARTNERSHIP UE-TUCHIA SU MIGRANTI E RIFUGIATI SIRIANI
Un altro miliardo di euro alla Turchia per occuparsi dei rifugiati siriani: è quanto assicurato dall’Unione europea a Recep Tayyip Erdogan. I fondi servono a finanziare l’assistenza sanitaria e di istruzione dei rifugiati in Turchia, così come alla gestione di migranti e frontiere, compresi i rimpatri dei rifugiati siriani. Lo ha confermato lo stesso presidente turco nella conferenza stampa congiunta ad Ankara, al termine dell’incontro con la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen.
Dopo lo scoppio della guerra civile in Siria nel 2011, la Turchia ospita quasi 3 milioni di rifugiati fuggiti oltre il confine, ma con il rovesciamento del regime, l’auspicio di Erdogan è che molti dei rifugiati tornino in patria.
In dodici anni l’Ue ha fornito quasi 10 miliardi di euro alla Turchia. Quattro anni dopo è stato siglato un accordo controverso in base a cui l’Europa ha accettato di dare soldi in cambio del ritiro da parte della Turchia di tutti i migranti irregolari che varcano i confini del Vecchio Continente.
GLI AIUTI PER LA SIRIA, IL PUNTO SULLA TRANSIZIONE
In merito alla situazione in Siria, Erdogan ha dichiarato che è necessaria un’amministrazione inclusiva e invitato l’Ue a sostenere il ritorno dei siriani fuggiti durante i 13 anni di guerra civile del Paese. “Devono essere volontari, sicuri e dignitosi. Stiamo lavorando con l’UNHCR per assicurarci che siano soddisfatte le condizioni necessarie“, la replica di Ursula von der Leyen che, come il capo europeo della politica estera Kaja Kallas, ha annunciato che l’Ue stabilirà contatti con la nuova leadership siriana e riaprirà la sua delegazione nel Paese.
La presidente della Commissione europea ha assicurato anche che aumenteranno gli aiuti umanitari per la Siria, di cui è il principale donatore: “Dal 2011, le nostre conferenze annuali sulla Siria hanno mobilitato oltre 33 miliardi di euro. Dobbiamo continuare questo sostegno, con una nuova attenzione alla ricostruzione, con un approccio graduale. E dovremmo avviare una discussione sull’alleggerimento delle sanzioni. Ma questo potrà avvenire solo se si vedranno sul campo reali progressi verso una transizione pacifica“.
D’altra parte, ha messo in guardia dal rischio di una recrudescenza dei militanti della linea dura dello Stato Islamico, ribadendo che bisogna fare in modo di scongiurare questo rischio. La stessa leader europea è consapevole del “ruolo essenziale” della Turchia nella stabilizzazione della regione e della necessità di restare vigili contro il terrorismo. “Le legittime preoccupazioni della Turchia in materia di sicurezza devono essere affrontate. Allo stesso tempo, è importante permettere a tutti i siriani, comprese le minoranze, di essere al sicuro“.