Ue contro inquinamento e CO2/ Carlo Pelanda: “Ecofanatismo e interessi tedeschi”

- Alessandro Nidi

L'Unione europea punta ad abbattere l'inquinamento e le emissioni di CO2, ma è davvero la strada corretta da seguire? Risponde il politologo Carlo Pelanda

vonderleyen 6 lapresse1280 640x300 Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea (LaPresse)

L’Unione Europea, nella sempiterna lotta dell’umanità contro l’inquinamento, punta ad abbattere drasticamente le emissioni di CO2. Una notizia che ha trovato ampio risalto nelle scorse ore anche sulle colonne de “Il Sussidiario” e che è stata commentata dal politologo Carlo Pelanda sull’edizione del quotidiano “La Verità” in edicola oggi, domenica 25 luglio 2021. In particolare, l’esperto sottolinea che l’eliminazione di anidride carbonica è un obiettivo irrazionale e arduo da perseguire, in quanto ha un’elevata probabilità di fallire sul piano globale e di produrre choc industriali e occupazionali all’interno dell’Ue.

Le possibilità che la bozza attuale venga rivisitata e corretta ci sono, ma la modifica non può dirsi certa. In particolare, Pelanda evidenzia che “la Germania vuole l’abolizione dei motori endotermici entro il 2030 perché è in vantaggio sulle auto elettriche, con Audi e Mercedes che stanno investendo decine di miliardi che altri produttori non hanno. Inoltre, si è instaurato un ecofanatismo che può dirsi una variazione in senso anti-industriale della teoria dei limiti allo sviluppo”. Insomma, stiamo assistendo a un’ondata di ambientalismo irrazionale.

CARLO PELANDA: “L’UE CONTRO LA CO2, MA STA SBAGLIANDO TUTTO”

Nella seconda parte del suo articolo su “La Verità” di domenica 25 luglio, Carlo Pelanda circa il taglio che l’Ue vuole effettuare in materia di emissioni di CO2 nell’aria sostiene che la miglior ecopolitica consista nell’insistere sulla conversione dell’anidride carbonica in carbonio solido, in quanto si eviteranno problemi geopolitici e choc industriali interni. Tuttavia, non può essere trascurato un altro tema collegato a questo, ossia i cambiamenti climatici ad alto potenziale catastrofico: dalle bombe d’acqua alla siccità, e così via.

“Ciò – asserisce Pelanda – imporrebbe un ecoadattamento per ridurre la vulnerabilità oggi e non a fine secolo. Bisognerebbe spendere per sistemi di allarme anticipato, come le infrastrutture di contenimento. Per far fronte alle siccità, programma straordinario di desalinizzatori. Inoltre, per le temperature serve tantissima energia e solo il nucleare potrà fornirne una quantità sufficiente a basso costo”. In sintesi estrema, la soluzione agli ecoproblemi può essere individuata soltanto nella tecnologia e nella filosofia di cambiare l’ambiente per renderlo sostenibile agli umani e non cambiare gli umani per salvare l’ambiente stesso.





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