Il tema delle violenze in UK ad opera delle grooming gangs (bande di adescamento) e dei loro stupri non è chiuso. Le contromosse di Starmer
Avevamo iniziato ad interessarci delle violenze in mezza Gran Bretagna per l’accoltellamento a Liverpool di tre bambine in una scuola di danza da parte di un immigrato di origini ruandesi. Disordini subito bollati, dalla stampa mainstream anche italiana, come fomentati da neofascisti.
Nel tempo lo scandalo delle grooming gangs è emerso coinvolgendo principalmente uomini di origine pakistana, ed ha interessato città britanniche come Rotherham, Rochdale, Oldham e Telford, con migliaia di vittime, principalmente ragazze bianche della classe operaia, abusate da gruppi di uomini, spesso di origine pakistana.
Il problema venne alla luce nel 2011 a Rochdale. La questione è riemersa a Manchester con la condanna di sette uomini di origine asiatica per lo sfruttamento sessuale di ragazze britanniche, facendo emergere tutta la rilevanza delle gang di origine pakistana nei fatti.
Il rapporto di Alexis Jay del 2014 ha stimato almeno 1.400 vittime a Rotherham tra il 1997 e il 2013, mentre a Telford si parla di mille vittime in 40 anni. Luise Casey, con il suo audit, ha sottolineato il legame delle violenze con l’etnia dei perpetratori e formulato accuse di “copertura” istituzionale.
Il rapporto del febbraio 2015 di Luise Casey su Rotherham ha evidenziato una “cultura arcaica di sessismo e disagio sul tema razziale”, anche con autorità riluttanti ad agire per paura di essere accusate di razzismo. Al proposito, GB News ha pubblicato una lista di otto ministri e funzionari, con Starmer in testa, che avrebbero ostacolato le indagini sulle grooming gangs e riporta le loro dichiarazioni su X, nelle quali gli interessati minimizzano l’accaduto, accusano sobillatori di estrema destra e affermano di non potersi inimicare i loro elettori.
Keir Starmer, dopo aver avviato indagini locali che non permettevano una visione di insieme del problema, e aver affidato un audit a Luise Casey senza il potere di indagine ma limitato all’analisi e allo studio documentale, è stato accusato di essere politicamente responsabile di aver contribuito a questa cultura di reticenza per evitare accuse di islamofobia durante il suo mandato al Crown Prosecution Service (CPS, Procura della Corona) tra il 2008 e il 2013. A seguito della pressione dei Conservatori di Kemi Badenoch, di Uk Reform di Nigel Farage e delle raccomandazioni della Casey, il primo ministro ha annunciato l’avvio di una inchiesta nazionale “statutaria”.
Un’inchiesta con potere di obbligare i testimoni a deporre, con reali poteri e risorse di indagine su scala nazionale, per avere un quadro completo della situazione. Il premier in tal modo ha compiuto quello che i suoi oppositori definiscono un’inversione a “U”, riconoscendo la necessità di un’azione più incisiva sul tema.
Le critiche a Starmer riguardano soprattutto il ritardo con cui è stato affrontato il dossier e l’ostinazione ideologica a voler limitare la portata dei fatti. E questo rende per Starmer la questione molto insidiosa: sia per il suo passato come direttore del CPS tra il 2008 e il 2013, sia come primo ministro in carica.
Nel caso Rochdale infatti, il CPS – nel 2009 sotto la direzione di Starmer – non perseguì i membri di una grooming gang, ritenendo che la vittima non fosse credibile. Ancora all’inizio del 2025, Starmer e il suo governo hanno impedito un’inchiesta sulle grooming gangs, sostenendo che le indagini precedenti, come quella effettuata da Alexis Jay fossero sufficienti a far luce sui fatti e che un’indagine nazionale avrebbe allungato i tempi della giustizia per le vittime.
le critiche a Starmer si concentrano sulla sua sottovalutazione della componente etnica nei fatti e sul rifiuto protratto di attivare un’inchiesta nazionale. Starmer si è difeso ricordando i suoi risultati al CPS e annunciando l’inchiesta nazionale, che avrà poteri statutari e coprirà Inghilterra e Galles. L’inchiesta si concentrerà su dati demografici, fattori culturali e fallimenti istituzionali, con l’obiettivo di prevenire futuri abusi.
È innegabile come la polarizzazione ideologica, la disinformazione e una certa retorica abbiano complicato il dibattito e la gestione del dossier, alimentando tensioni politiche e sociali. L’efficacia dell’inchiesta dipenderà dalla rapidità, dalla trasparenza e dalla capacità di affrontare i problemi senza ulteriori ritardi.
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