All’apparenza sembrerebbe una roba goliardica, visti anche i precedenti del regista, o un horror in cui un tizio travestito da Babbo Natale picchia e ammazza un po’ di gente; invece, Una notte violenta e silenziosa è un vero film di Natale, solo che il regista Tommy Wirkola (noto per i due capitoli di Dead Snow, in cui i nazisti risorgono come zombie), al fianco di carole, regali e buoni sentimenti ci ha messo botte, spari, azione e violenza.
Infatti, la storia è quella del vero Babbo Natale (David Harbour), che dopo il prologo testimonia la propria sfiducia nell’umanità e nei ragazzi, affermando che quello che sta per cominciare sarà il suo ultimo Natale; solo che nella casa che sta per visitare, quella della ricca Gertrude (Beverly D’Angelo) che sta festeggiando coi suoi parenti serpenti e due nipoti, irrompono un gruppo di ladri capeggiati da un tizio che si fa chiamare Scrooge (John Leguizamo) e che ha qualche conto in sospeso con la signora. Così Babbo dovrà salvarsi la pelle e proteggere la vita dei due giovani, specie della piccola Trudy (Leah Brady).
Scritta da Pat Casey e Josh Miller, sceneggiatori giunti a un certo interesse dopo aver scritto i due Sonic, la pellicola mescola un classico film natalizio (persone che devono riscoprire il loro spirito natalizio in seno alla famiglia: di fatto, anche Babbo bastardo era così) con Trappola di cristallo e Mamma, ho perso l’aereo (esplicitamente rifatto in una sequenza), mescolando lo slapstick, la commedia e un’azione brutale che rimanda ai film di John Wick, come garanzia del produttore David Leitch.
È proprio la sceneggiatura che fa la differenza tra Una notte violenta e silenziosa e i film di consapevole trash a cui il film pare richiamarsi, perché l’ironia distaccata, il distacco buffonesco qui lasciano lo spazio a un umorismo diverso, in linea con i film d’azione anni ’80 e ’90 a cui è ispirato, ma che si inserisce con equilibrio dentro la cornice fantasy e sentimentale di un film natalizio, cercando di contrastare il cinismo tipico del post-moderno, con il bisogno di credere nella fiaba natalizia.
Lo spirito è quello dei film per l’infanzia, ma il pubblico a cui è rivolto è quello degli adulti di oggi – anche per il tasso di violenza, esilarante nella realizzazione -, il messaggio è rivolto a coloro che hanno smesso di essere bambini nell’animo e che hanno bisogno di una specie di elettroshock visivo per tornare a esserlo.
Certo, il film è costruito a bella posta per essere un cult movie istantaneo, l’idea di fondo è talmente brillante che tutto ruota intorno al gusto di vedere Santa Claus arrabbiato e manesco peggio del John McClane di Bruce Willis – e in questo Harbour fa un ottimo lavoro – e tutto il resto sembra un contorno; eppure, c’è un equilibrio e una serietà di fondo, anche grazie al lavoro di montaggio (Jim Page), effetti speciali e coordinamento stunt (Jonathan Eusebio, anche regista delle scene d’azione), che riesce nell’intento di rendere Una notte violenta e silenziosa, il perfetto film da vedere alla vigilia se avete più di 20 anni e un bel po’ di birre da spartire coi propri amici: sia mai che dopo vi ritroviate a piangere.
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