Gli Us Open 2020 di tennis, per il momento, restano fissati nel calendario di quest’anno nonostante il Coronavirus: si giocheranno tra il 30 agosto e il 13 settembre, ma potrebbero traslocare di sede. Le ultime indiscrezioni riportano infatti che la Usta, che organizza lo Slam di New York, ha già aperto le richieste di accredito per i media e la prossima settimana dovrebbe organizzare, tramite sessioni video, le audizioni per i bambini che saranno selezionati per cantare l’inno nazionale. Tuttavia, è ben probabile che gli Us Open non si giochino a Flushing Meadows: in questo momento la struttura, dedicata a Billie Jean King, è occupata come ospedale temporaneo per la cura dei pazienti contagiati da Coronavirus, oltre a produrre pasti di emergenza per i senzatetto. Dunque, la Usta già all’inizio del mese aveva pensato di spostare l’intero torneo a… Indian Wells, cioè in California, sede del BNP Paribas Open che si sarebbe dovuto tenere a marzo, e che invece è stato il primo torneo di tennis ufficialmente cancellato per la pandemia.
Tuttavia, come ha ben riassunto ubitennis.com, la pratica non è così agile. Certamente Indian Wells è conosciuto come il quinto Slam per le sue strutture di accoglienza ma non solo, anche per avere due stadi principali tra i migliori al mondo. Il Garden infatti ha come suo campo principale un impianto da 16100 persone: si tratta della seconda arena più grande considerate tutte quelle in cui si gioca a tennis, mentre lo Stadium 2 contiene 8000 spettatori. Sorgono però altri problemi: intanto, a Indian Wells i campi da gioco sono appena 9 contro i 17 di Flushing Meadows. Vero che si potrebbero convertire i campi di allenamento in terreni per giocare partite ufficiali, ma si tratterebbe di ospitare tre settimane di match a ritmo serrato considerando anche gli juniores, e il sistema rischierebbe di implodere. Così anche per quanto riguarda le strutture di accoglienza: la sala stampa è molto più piccola e non sarebbe sufficiente a meno di tagliare il numero dei media presenti (via difficilmente praticabile), poi ci sono le cabine per i commentatori e il media village per le televisioni, che in California occuperebbe quasi tutto il parcheggio VIP.
US OPEN A INDIAN WELLS? CI SONO PROBLEMI
Ancora: la Usta, qualora volesse ospitare gli Us Open a Indian Wells, dovrebbe accettare introiti minori. Il calcolo sugli spettatori ci dice che a New York si presentano oltre 700 mila persone contro le 456 mila che nel 2019 hanno varcato i cancelli dell’Indian Wells Garden. Non è un problema di scarsa attrattiva del torneo, ma di capacità: anzi, il BNP Paribas Open aveva avuto parecchi problemi già lo scorso decennio quando i Vigili del Fuoco erano dovuti intervenire per bloccare gli ingressi. Qui, semplicemente, gli spazi non possono accogliere il pubblico medio degli Us Open: si dirà che si tratti di un problema minore, ma chi organizza questi eventi ha dei budget anche abbastanza precisi e gli introiti servono anche a garantire alti standard a partecipanti, addetti ai lavori e appunto spettatori. Senza parlare della questione di parcheggi e alloggi, un altro grosso punto di domanda è rappresentato dal clima: nel deserto della California ad inizio settembre la temperatura è di 40-42 gradi (all’ombra) durante il giorno e 38 la sera. Una situazione peggiore rispetto a quella che si vive agli Australian Open a gennaio, e lì siamo già al limite: dunque, a meno di giocare di notte, la componente climatica – e fisica – sarebbe importante e problematica.
Ecco allora perché la strada dello spostamento degli Us Open a Indian Wells è poco percorribile, o comunque reca con sé degli argomenti che andranno affrontati. Non si può semplicemente dire “basta giocare da un’altra parte”, vanno considerati tutti gli aspetti di cui sopra; qualora il Garden nel deserto della California sia giudicato poco consono, le due soluzioni alternative sarebbero quelle di “sgombrare” Flushing Meadows (sempre possibile, ma al momento sconsigliabile per una serie di fattori) oppure non giocare gli Us Open nel 2020. Wimbledon ha preso questa decisione con il suo Slam, chissà che anche il Major che chiuderebbe la stagione dei quattro grandi tornei possa pensare di rinunciare alla sua kermesse…