AZARENKA, GESTO DELLE MANETTE A WIMBLEDON
A Wimbledon 2023 la domenica ha portato anche polemiche: quelle di Jannik Sinner nei confronti dell’arbitro (l’altoatesino ha comunque dominato il suo match), soprattutto quelle del pubblico nei confronti di Victoria Azarenka, e di Victoria Azarenka nei confronti del pubblico. Riavvolgiamo il nastro, tornando allo scorso anno: ricorderete bene come, a causa della guerra in Ucraina, l’All England Lawn & Tennis Club avesse deciso di escludere dallo Slam i tennisti russi e bielorussi. Una decisione che in pochi hanno preso bene: Atp e Wta in primis, tanto da decidere di cancellare i punti del ranking ottenuti a Wimbledon, trasformando il torneo più prestigioso del tennis mondiale in una sorta di esibizione di lusso (fino a un certo punto, ma tecnicamente erano stati questi gli effetti).
Ora, la guerra è ancora in corso ma a Wimbledon si è tornati alla normalità: russi e bielorussi ammessi, anche se ufficialmente non gareggiano per la loro bandiera. Già nei tornei precedenti avevamo assistito a mancate strette di mano tra le “fazioni” in causa: questo per un protocollo vigente, ma il punto è che le reazioni sono sempre diverse. Aryna Sabalenka aveva atteso a lungo che Marta Kostyuk le stringesse la mano al Roland Garros, chiedendole anche se il problema fosse lei in quanto lei o il fatto di essere bielorussa; la Kostyuk aveva risposto, in conferenza stampa, di non rispettare un’avversaria che non avesse mai preso posizione sull’invasione dell’Ucraina.
I FATTI TRA AZARENKA E SVITOLINA
Diversamente era andata tra Daria Kasatkina e Elina Svitolina, che comunque si erano “salutate” a distanza con un pollice levato e un cenno della testa. Ora, ecco il turno della Azarenka: e della stessa Svitolina, che ieri hanno dato vita a un bellissimo match che l’ucraina, tornata ai quarti di Wimbledon dopo quattro anni, ha vinto in rimonta quando sembrava onestamente sconfitta. Al termine della partita, le due non si sono strette la mano; il pubblico di Londra però ha preso le parti della Svitolina – e qui sarebbe interessante aprire almeno una parentesi circa la questione, se non fosse che si perderebbe parecchio tempo sviando dal contesto – e dunque ha fischiato la ex numero 1 Wta, la cui unica colpa evidentemente (come nel caso della Sabalenka) è quella di essere nata nel Paese “sbagliato”.
La Azarenka però ha scelto la via non diplomatica, e ha mimato quel gesto delle manette che José Mourinho rese celebre in un Inter Sampdoria che la sua squadra aveva terminato in nove uomini, e nella quale aveva fatto sapere pubblicamente quale fosse il suo pensiero rispetto all’operato dell’arbitro. La Svitolina ha poi ammesso di giocare con una marcia in più quando affronta tenniste russe o bielorussie, e che le sue vittorie in questo caso sono tutte per l’Ucraina; l’ennesimo capitolo della controversia, che mai dovrebbe toccare il contesto dello sport (così come altri, del resto) è arrivata, ora vedremo quale sarà il prossimo capitolo…