Tra i giornalisti e gli opinionisti più stimati ed appressati in Italia, Klaus Davi ha recentemente riflettuto in un’intervista per il quotidiano Il Tempo attorno al tema della cosiddetta cultura woke che è tornato centrale nelle pagine di cronaca statunitense dopo l’elezione di Donald Trump che ha promesso una strenua battaglia contro l’ideologia che vorrebbe reprimere il dissenso e omologare il dibattito pubblico: non a caso lo stesso Klaus Davi nel suo ragionamento parte dal sottolineare che a trainare la vittoria del tycoon contro i Dem è stata proprio la sua promessa battaglia contro woke e cancel colture che ricollega a toni “assolutamente criptofascisti” che mirano a “castrare la libertà di espressione” e che ovviamente hanno causato “una reazione in termini elettorali”.
Dal suo punto di vista – e Klaus Davi ci tiene a precisare che parla “da persone dichiaratamente omosessuale” prima ancora che da osservatore esterno -, infatti, “il woke per noi gay è stato un autentico disastro” che ha fatto dilagare un vero e proprio “odio” verso la sua minoranza alla quale è stato “attribuito un ruolo censorio” del tutto distante ed incomatibile con “la libertà di espressione” da sempre al centro delle battaglie del mondo omosessuale: la cultura della censura – spiega ancora – “ha inibito il linguaggio [e] castrato l’opinione pubblica” distruggendo la comunità con “questa tremenda storia del vittimismo”.
Klaus Davi: “La battaglia di Trump alla cultura woke non è un pericolo per la liberà”
In tal senso, secondo Klaus Davi la promessa battaglia contro il woke da parte di Trump va inscritta in un coerente “messaggio identitario per il quale [i Repubblicani] sono stati votati” e dal conto suo non ha senso “gridare al pericolo della libertà” dato che – ripete e ribadisce – la cultura censoria “è fascismo”: da un lato – infatti – ritiene ovviamente positivo “quando argina la violenza” ma – dall’altro – è altrettanto negativo “quando blocca la satira o i social”, sottolineando che “la repressione [è] l’approccio totalmente sbagliato alla libertà [che] ha creato questa ondata delle destre“.
E riflettendo proprio sulle destre, in chiusura un pensiero da parte di Klaus Davi va anche alle imminenti elezioni tedesche sulle quali ci tiene innanzitutto ad avere drammatizzazioni: “AfD – spiega – è un altro prodotto della sinistra che non ha minimamente capito il disagio delle periferie all’immigrazione di massa incontrollata”; e pur credendo che “alle elezioni andrà benissimo”, si dice anche “convinto della vittoria di Cdu“.