Zoe Cristofoli, la compagna di Theo Hernandez, in un lungo post pubblicato su Instagram è tornata a parlare della rapina di cui la sua famiglia è stata vittima a ottobre scorso. La stessa drammatica sorte, nei giorni scorsi, è toccata a Roby Facchinetti. “Ancora una volta la stessa storia. Dopo mesi nessuna novità. Mi sveglio e ogni giorno notizie identiche. Stesse dinamiche, stesse bande, stessi animali. Lavori una vita, compri cose in modo pulito e poi ti entrano in casa mentre ceni o mentre esci dal cancello. Ti picchiano e ti spaventano quasi a morte, toccano tuo figlio, ti rubano tutto quello hai. Ti portano via la voglia, la serenità di vivere”, così ha esordito.
Da qui lo sfogo. “Sono stufa di vivere in un Paese dove, capisco, siamo oberati di casi, di queste situazioni, ma si può vivere così? Nella speranza che qualcuno faccia qualcosa? E intanto questa gente vive e campa nel nostro Paese allegra e spensierata… Perché vi assicuro parlavano italiano meglio di me ma non erano per nulla italiani (parlavano poi nella loro lingua). E quindi mi chiedo a chi mi dovrei rivolgere per avere giustizia? E non parlo di quello che hanno portato via, quello mi frega poco. Ma una c… di giustizia dov’è?”.
Zoe Cristofoli e la rapina: “Dov’è giustizia?”/ Lo sfogo su Instagram
Zoe Cristofoli, dopo la rapina, si è rivolta alle forze dell’ordine, ma i colpevoli non sono ancora stati catturati. “Quella sera mi sono ritrovata una pistola alla testa. Non so le botte che ho preso, calci, pugni e schiaffi in faccia. Hanno cercato di soffocarmi con le mani. Mio figlio tirato dalle braccia. Io tirata per aria dai capelli, erano 3 uomini contro di me. Pronto soccorso, 20 giorni a letto, nessun rimborso assicurativo perché insomma ti devono prendere per il c*lo pure le assicurazioni”. E ancora: “I Carabinieri hanno guardato se qualcuno era gravemente ferito, per fortuna niente sangue quindi dai vabbè non è successo nulla. Perché si muovesse qualcosa doveva scappare il morto?”.
Anche dai media la compagna di Theo Hernandez non ha ricevuto il trattamento che sperava. “Nessun giornale ha approfondito perché era una “semplice rapina”, sapete ormai queste cose sono normali, non ci si può fare nulla, succedono. Fanno il boom con la notizia e poi ciao, grazie e arrivederci. Danno colpa alle persone vicino a te e dicono è colpa tua, che te la sei cercata. È colpa tua che vivi, lavori, stai bene. Allora sei str*nzo e te lo meriti”. La famiglia del calciatore del Milan, come quella di Roby Facchinetti, attende di avere giustizia.