SPY FINANZA/ I nuovi “esplosivi” pronti a far saltare i mercati

- Giovanni Passali

Nubi nere si addensano sui mercati finanziari e sono visibili a ogni latitudine. Per GIOVANNI PASSALI non ci vuole molto per arrivare a una situazione disastrosa

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Nubi nere si addensano sul futuro sociale, economico e politico dell’Europa. La totale impreparazione sull’esodo di massa che ora sta interessando i paesi dell’Est (ma ben presto riguarderà l’Europa tutta) mostra la totale incapacità di previsione (anche a breve termine) e la profondità di divisioni tra i leader europei. Proprio loro, con la loro inazione nella crisi siriana, sono i primi responsabili di quanto sta accadendo, ma nulla hanno fatto per impedirlo e ora agiscono d’impulso, senza coordinamento, giocando allo scaricabarile, dimenandosi tra gesti di facciata e retromarce clamorose.

Ma quello che nessuno, per ora, sta vedendo sono le nubi nere che si addensano sui mercati finanziari. La crisi non è finita, ovviamente. La crescita è inesistente o ridotta a uno zerovirgola, nonostante la droga monetaria (dove saremmo senza?) mentre la disoccupazione per ora è stabile (ma alta, troppo alta) e i debiti crescono. Ovviamente crescono, perché nella cronica impossibilità a pagarli ovviamente nel tempo maturano gli interessi. E senza moneta sovrana non c’è altra soluzione se non quella di tornare a indebitarsi pure sugli interessi.

Del resto, cos’hanno fatto in questi anni per fermare o limitare il delirio finanziario? Nulla, assolutamente nulla. Anzi, in Italia le cose sono un pochino peggiorate, vista l’insistenza degli attacchi istituzionali e legislativi contro le banche popolari e le Banche di credito cooperativo, per impedire loro l’unica cosa che possono e sanno fare: servire l’economia reale. Così hanno fatto una legge per trasformare le popolari in spa, in modo che siano scalabili da soggetti più forti. O di costringerle ad accorparsi. Per far sparire le tante piccole troppo difficili da controllare tutte. La finanza deve prevalere, non l’economia reale.

E tutto si ritorce contro, in un peggioramento senza fine. Le sofferenze bancarie, cioè i prestiti le cui rate sono in ritardo, stanno per superare quota 200 miliardi di euro. Una vera e propria ecatombe. E il peggioramento continua e non c’è modo di evitarlo. Ci sarebbe la Bce pronta a intervenire, ma fino a quando? E la Bce non farà gli interessi delle banche italiane, deve badare a troppi altri interessi. E pure la Bce ha margini di manovra molto limitati. Lo abbiamo visto adesso, quando la Fed ha deciso, per ora, di non rialzare i tassi. L’euro è volato subito a 1,14 senza che la Bce potesse fare nulla. E la Fed, quando si muoverà, non lo farà certo per tutelare l’euro. Si muoverà per tutelare i propri interessi, anche a nostro danno. E pure la Fed si trova in una situazione di impotenza, rispetto alla potenza di fuoco dei mercati finanziari. Hanno creato una mostruosa quantità di moneta, ora questa è là in giro da qualche parte e pronta a esplodere o a far esplodere qualche mercato.

Finché si tratta di titoli di Stato Usa, la Fed può andare a ricomprarli da chi, come i cinesi, li sta vendendo in massa. Ma quando si tratta del petrolio, la Fed può fare ben poco e le tante aziende Usa dedite allo shale rischiano il fallimento. E già c’è una lunga serie di aziende che si sono lanciate nella produzione tramite la tecnica del fracking e che ora sono fallite, perché quella tecnica è costosa e richiederebbe un petrolio a un prezzo di 80-90 dollari al barile.

E che dire dell’oro? Mentre le banche centrali hanno fatto incetta di oro fisico, rendendo addirittura difficoltoso il suo reperimento, sui mercati finanziari è tenuto artificialmente basso. Probabilmente la grande speculazione si sta preparando all’apocalisse monetaria e quindi si sta accaparrando dell’oro fisico a un prezzo irrisorio. Ma prima o poi, questa bolla al contrario esploderà, con effetti disastrosi.

Occorre una miccia per accendere il disastro e penso che questa miccia sarà la Cina: con la sua crescita impetuosa ha sostenuto l’economia reale e finanziaria in questi anni. Ma era una crescita drogata da condizioni particolari e dalla droga monetaria. Ora però vi sarà una fase di minore crescita, che dovrebbe essere sostenuta da un’economia straniera che cresce, per attutire il colpo della minore crescita. Invece il resto del mondo è in crisi e la minore crescita rischia di essere uno schianto finanziario e poi economico. E se si schianta il colosso cinese, saranno dolori devastanti per tutti. Inizierà il crollo giapponese e poi, a catena, quello americano.

Ma gli Usa hanno un asso nella manica. Infatti tutte le materie prime mondiali sono quotate in dollari e gli Usa possono stamparsi tutti i dollari che vogliono. Questo non è ovviamente un modo per risolvere i problemi, ma è un modo per differirli.

E questa potrebbe essere la nostra condanna. Perché mentre gli Usa riescono a differire il problema e la resa dei conti, la zona euro sarà totalmente priva di difese e potrà andare solo a picco.

Allora, il minimo che ci aspetta, sarà quello che abbiamo già visto in Grecia. Chiusura delle banche e bancomat che saranno programmati per erogare solo poche decine di euro al giorno. Allora sarà troppo tardi per tornare a una moneta nazionale. Ma sarà l’occasione giusta per istituire circuiti di Moneta complementare. Una moneta locale al servizio delle comunità locali e della loro economia.





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