FINANZA/ L’ultima “menzogna” delle Banche centrali

- Giovanni Passali

Il fallimento delle politiche monetarie delle Banche centrali, dice GIOVANNI PASSALI, sembra evidente. Eppure non smettono di voler aumentare il loro potere

Bce_Euro_EurotowerR439 Infophoto

Il fallimento delle politiche monetarie della Bce (ma non solo il loro, perché la Fed americana e la Banca centrale giapponese, così come quella inglese, hanno fatto lo stesso in questi anni) è sotto gli occhi di tutti, tanto che gli esperti stanno già iniziando a pensare alle prossime mosse. E quella più gettonata, da tempo, è che per tentare di sostenere il mercato interno, ma sarebbe più giusto dire per disperazione, potrebbero iniziare a immettere liquidità non per le banche commerciali, ma per i cittadini. Ne parla diffusamente anche un recente articolo apparso sul sito del quotidiano inglese The Telegraph. E uno dei commentatori favorevoli a tale ipotesi è niente di meno che Peter Praet, capo economista della Bce.

Si tratta della cosiddetta “helicopter money”, cioè quell’azione per cui, in casi estremi, chi genera denaro dovrebbe essere pronto anche a gettarlo dall’elicottero, pur di sostenere l’economia. L’idea della soluzione di gettare denaro a tutti (come dall’elicottero) è piuttosto vecchia e risale a uno scritto di Milton Friedman, celebre monetarista capostipite dei monetaristi (alla faccia di chi ancora crede che le banche centrali abbiano seguito in questi anni politiche keynesiane) e si tratta di fatto dell’ultimo gradino nella scalata del possesso di potere da parte delle banche centrali.

Qualcuno potrebbe domandarsi (o domandarmi) cosa ci sarebbe di male, in un momento tanto terribile di rarefazione monetaria nell’economia reale. A parte il fatto che potrebbe semplicemente non funzionare? Se l’obiettivo è quello di rilanciare i consumi e vedere uno straccio di risalita del Pil e dell’inflazione, potrebbe non funzionare perché una parte sarebbe usata per ripagare i prestiti chiesti al sistema bancario, quindi servirebbe alle banche e non all’economia. E le banche collocherebbero questa nuova liquidità dove oggi rende di più, cioè nei mercati finanziari.

Ma la vera domanda è: credete davvero che tale soluzione sarebbe gratis? Davvero qualcuno pensa che le banche centrali non chiederebbero nulla in cambio? E la domanda di riserva è: perché da tali “geniali” soluzioni sono sempre costantemente esclusi gli stati? E qui la risposta è semplice. Perché gli stati sono, e devono rimanere, sotto attacco. Gli stati devono rimanere sempre poveri e sempre bisognosi di moneta. Perché gli stati oggi sono l’ultimo baluardo che potrebbe essere un argine allo strapotere della finanza e a favore dei cittadini. E anche se a oggi tutti i politici si sono dimostrati succubi nei confronti dei poteri finanziari (basti pensare a Monti, Letta e Renzi, che appena nominati presidenti del Consiglio sono andati a presentare la finanziaria agli investitori esteri prima che in Parlamento!), nessuno si deve soltanto sognare di immaginare un ruolo diverso per lo Stato. Ovviamente poi i politici saranno liberissimi di diffondere le scuse più fantasiose per giustificare il loro operato: diranno che senza i poteri finanziari “il debito pubblico sarebbe aggredito”, diranno che “lo spread schizzerebbe alle stelle”, che “l’inflazione salirebbe alle stelle” (salvo poi ammettere che l’inflazione bassa è un grosso problema) e che “sarebbe il disastro per i soldi e gli stipendi dei cittadini”.

E ovviamente in questa operazione di diffusione della menzogna saranno appoggiati dai media (pure loro in mano alle banche e ai potenti della finanza) che si guarderanno bene dal fare domande scomode, magari paragonando la nostra situazione con quella di uno Stato che non ha l’euro, oppure affermando che il potere della finanza sarebbe drasticamente ridotto nel caso di una moneta nazionale, sempre succube di una banca centrale che abbia il potere di stampare tale moneta.

Certo, vi sono alcuni politici e alcuni partiti, finora largamente minoritari, che hanno fatto della lotta contro l’euro e contro i poteri finanziari la loro bandiera e la loro ragione di esistenza. Per questo la grande finanza ci tiene a mantenere costantemente sotto attacco sia lo Stato che le aziende produttive e quotate in borsa. Un recente esempio è il crollo in borsa delle quotazioni di Acea, dopo le dichiarazioni di Virginia Raggi (“cambierò i vertici di Acea”) candidato sindaco alle prossime elezioni di Roma. I poteri finanziari vogliono difendere lo status quo (corruzione o no), perché così più facilmente difendono i loro interessi e possono attuare i loro sporchi giochi.

Allora non c’è niente da fare? Niente affatto. Primo perché il sistema messo in atto comunque non funziona. Tanto che persino nella virtuosa Germania il problema delle banche in difficoltà non fa dormire sonni tranquilli sia ai banchieri che ai politici tedeschi. Tanto che la Bce ha dovuto acquistare ben 158 miliardi di euro di titoli bancari tedeschi, per risollevare i loro bilanci. Ma tale acquisto ha spinto al ribasso il rendimento di quei titoli, che quindi stanno diventando sempre meno appetibili e quello che era un circolo virtuoso è diventato un circolo vizioso. E poi perché la grande finanza guarda ai macro progetti e alle macro soluzioni. Non riesce a vedere i piccoli movimenti e le piccole rivoluzioni. Se si ricostruisce l’economia dal basso, la grande finanza non se ne accorge, fino al giorno in cui sarà troppo tardi per accorgersene e tentare di ostacolare il nuovo che avanza.

E questo potrebbe essere il caso di una nuova nascita, “Alternativa per l’Italia”, nuova formazione politica annunciata sul sito di “Scenari Economici”. E occorre fare i migliori auguri a questa iniziativa, che condivido in pieno, ricordando che il sistema elettorale (dalla scomparsa dei grandi partiti storici dopo il 1992 e con la caduta verticale dell’affluenza alle urne) è frattale, cioè favorisce i casi eccezionali, cioè l’improvvisa ascesa al potere delle formazioni minuscole (o ritenute tali perché non hanno agganci col potere finanziario e mediatico). Come già successo col M5S. Auguri allora, l’Italia e gli italiani nel hanno urgente bisogno.





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