IL VOLO/ Un successo mondiale che fa bene al “made in Italy”

- Patrizia Ciava

Il bel canto tutto italiano torna ai vertici del successo mondiale grazie ai tre ragazzi de Il Volo. PATRIZIA CIAVA ci spiega cosa c'è dietro un fenomeno unico

ilvolo-gruppo_R439 Il Volo

Il gruppo musicale Il Volo è attualmente la band italiana più famosa nel mondo. Il loro successo planetario non è dovuto solo al loro innegabile talento ma è anche frutto di un connubio perfetto tra diverse sinergie che si combinano e si completano tra loro per formare un modello unico ed ineguagliabile. 

Rappresentano un fenomeno unico nel panorama musicale internazionale, in primo luogo per la eterogeneità e la trasversalità del pubblico che li segue – e li adora – compresi in una fascia di età che va dai 13 ai 70 anni, e forse oltre. Ovunque vadano suscitano un entusiasmo paragonabile solo a quello degli idoli del passato, i loro concerti fanno il tutto esaurito pochi giorni dopo la messa in vendita dei biglietti, i loro incontri con il pubblico scatenano episodi di delirio collettivo da parte di giovanissimi che intonano arie di opere liriche o vecchie canzoni italiane come se fossero gli ultimi successi degli One Direction, sotto lo sguardo allibito dei genitori. 

Gli ingredienti che contribuiscono a creare questa eccellenza tutta italiana sono innanzitutto le voci, ovviamente, tutte e tre stupende, molto diverse tra loro ma complementari. Si definiscono ” Three voices, one soul” (tre voci, una sola anima). Quando cantano da solisti sono tutti e tre superlativi ma quando le loro voci si integrano, si fondono e si amalgamano l’effetto è dirompente e spinge il pubblico ad alzarsi spontaneamente in una ovazione sentita e corale. Un altro ingrediente è la loro forza interpretativa e la passione che trasmettono. Questi tre giovani talenti riversano tutta la loro anima nei brani che cantano e riescono a coinvolgere emotivamente il pubblico come pochi. E’ difficile spiegare a parole la magia che emana dalla fusione delle loro potenti voci e dalle loro appassionate esecuzioni perché va a toccare corde profonde, e chi è troppo concentrato ad esaminare tecnicismi e a cogliere eventuali imperfezioni forse non riesce a sentirlo.  

L’altro elemento vincente è la loro simpatia e la bravura nel coinvolgere e stabilire una empatia con il pubblico. Tra una canzone e l’altra intrattengono le platee, comportandosi in teatri gremiti da migliaia di persone come se si trovassero ad una festa tra amici, prendendosi in giro a vicenda, scherzando ed interagendo con gli spettatori. Possiedono una delle abilità che più ammirano e ci invidiano all’estero, la capacità di far sembrare facile e naturale ciò che richiede invece grande impegno e competenza. E’ infatti evidente che la perfetta sincronizzazione tra loro e con l’orchestra è il frutto di ore e ore di studio e di preparazione dietro le quinte, e che tutta l’organizzazione è il risultato del lavoro congiunto di validi professionisti. 
I tre giovani eseguono brani melodici anche in inglese, spagnolo e francese con pronunce impeccabili, quasi fossero di madre-lingua, perfezione che richiede evidentemente un impegno notevole, sia da parte loro sia da parte di chi li istruisce. Anche la loro immagine è attentamente curata, dal taglio dei capelli agli abiti di design rigorosamente italiani, dieta ferrea e allenamento in palestra. Gli adolescenti paffutelli di Ti lascio una canzone si sono trasformati in attraenti giovanotti che fanno battere il cuore delle fanciulle di tutto il mondo. Con i loro visi puliti, i modi garbati e l’aspetto da bravi ragazzi conquistano nonne, mamme e figlie. 

Il Volo è certamente una brillante operazione di marketing che risponde alla grande domanda di Italia che c’è nel mondo ma è, al tempo stesso, un efficace strumento di promozione del nostro paese. Intento da loro stessi esplicitato più volte: “Il nostro sogno è di far conoscere al  mondo la bellezza della nostra musica e del nostro paese“. E ci sono riusciti. Perché questi tre giovani non diffondono solo la nostra musica ed il belcanto ma incarnano tutto ciò che rappresenta l’essenza dell’italianità tanto apprezzata dagli stranieri: la bellezza e l’eleganza unite alla disinvoltura e alla simpatia, il talento, la competenza e la professionalità uniti alla spontaneità e alla semplicità. Leggendo i commenti entusiastici in molteplici lingue, in calce alle centinaia di video caricati su Youtube dai loro fans, ci si rende conto di quanto sono famosi, amati e ammirati in ogni angolo del pianeta, e di quanto l’amore e l’ammirazione per loro si riverberi poi anche sull’Italia.

Inoltre, svolgono un importante ruolo nel diffondere la nostra lingua. Non si contano i fan che dichiarano di studiare o di voler studiare l’italiano per comprendere e cantare le loro canzoni. E’ emozionante ascoltare il pubblico di San Pietroburgo, di Detroit, di Londra o di Vienna cantare a memoria “Grande Amore” e altre canzoni del loro repertorio. La lingua, veicolata attraverso la musica, ha una capacità seduttiva senza uguali e può aiutare ad accrescere l’attrattività ed il prestigio di una nazione nel mondo, questo gli americani lo hanno capito da tempo. E’ chiamata soft power (potere soffice), cioè la capacità di attrarre, ricevere consensi, migliorare reputazione e desiderabilità senza bisogno di essere una grande potenza economica o militare. 

Il grande pubblico italiano li acclama perché ne apprezza evidentemente il talento e la bravura ma si rende anche conto che questi giovani proiettano una immagine positiva del nostro paese. Infatti, i commenti più diffusi in rete sono: “Siete il nostro orgoglio!“. Aldo Cazullo, sul Corriere, vi ravvisava una voglia di riscatto: “Dopo anni in cui abbiamo pensato che essere italiani fosse una sciagura, sentiamo il bisogno di pensare che essere italiani sia una fortuna». In realtà, questi talentuosi artisti hanno dimostrato che essere italiani è una fortuna, ribaltando l’idea, propagataci da anni proprio dai media, che per essere credibili nel mondo dovevamo abbandonare la nostra identità, la nostra cultura ed il nostro stile di vita per adottare quello d’oltreoceano. Questi ragazzi amano il loro paese e lo gridano al mondo, senza vergognarsi di mostrare i loro sentimenti, l’attaccamento alle loro famiglie e la sincera amicizia che li lega.
L’affiatamento e la complicità tra loro è tangibile e commuove le platee, osservandoli non si percepisce mai competizione o invidia ma, al contrario, ammirazione e rispetto gli uni per gli altri. Sono divi internazionali eppure si comportano con i loro fan come gli amici della porta accanto, sempre gentili, semplici e disponibili, quasi non si rendessero pienamente conto di quello che sono diventati agli occhi del mondo. Rappresentano la prova che il merito e l’impegno vengono premiati anche in Italia. 

Questi tre giovanissimi sono un esempio per tutti, hanno dimostrato che uniti si può raggiungere qualsiasi traguardo, un concetto difficile da far assimilare ad un popolo solitamente individualista e diviso da rivalità e invidie come il nostro. In una intervista, alla domanda di un giornalista che chiede ad Ignazio chi gioca meglio a calcio, lui risponde: “Piero prende la palla, io la passo e Gianluca segna”. “Gioco di squadra anche nel calcio” commenta il giornalista. E Ignazio replica: “Certo, se segna Gianluca vince Il Volo, no!?” 





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